Le benedizioni del lavoro sono molteplici, poiché il lavoro è un principio eterno. Chi è che possiede tutte le ricchezze della terra e molto di più, e nonostante questo è continuamente all’opera?

Il nostro Padre celeste! Egli è un lavoratore. Il Padre celeste e Gesù Cristo ci hanno mostrato mediante il loro esempio e i loro insegnamenti che il lavoro è importante in cielo e sulla terra.

Quest’oggi, mentre pensavo a ciò che avrei voluto dire a voi, giovani della Chiesa, mi sono accorto che molti sono studenti. La verità è che, miei giovani amici, siamo tutti studenti nel Vangelo, non è forse così?

C’era un uomo che lavorava al Dipartimento del tesoro degli Stati Uniti d’America. Il suo compito era quello di indagare sui casi di denaro contraffatto.

Era così bravo nel suo lavoro che gli bastava dare un’occhiata veloce alla banconota per capire se fosse falsa o meno.

Una sera, durante una conferenza stampa tenuta dopo essere riuscito a stroncare uno dei principali giri di contraffazione, uno dei giornalisti gli disse: “Sicuramente passerà molto tempo a studiare le banconote false per riconoscerle così facilmente”.

Egli rispose dicendo: “No, non studio mai le banconote false. Passo il mio tempo a studiare quelle autentiche; a quel punto le imperfezioni sono facili da individuare.”

Lo stesso vale per il vangelo, cari fratelli e sorelle. Siamo qui per insegnare il vangelo di Gesù Cristo. Non c’è bisogno di studiare le contraffazioni, poiché abbiamo la verità.

Fintantoché studiate la vera Chiesa e permettete allo Spirito di operare dentro di voi, avrete le risposte e saprete come rispondere alle varie situazioni che dovete affrontare.

Per quanto concerne il Libro di Mormon, un giovane missionario ha condiviso con me questo pensiero, che ho sperimentato essere vero in tutti questi anni. Ricorda che il Libro di Mormon non è sotto esame – siamo noi ad esserlo.

Questa sera vorrei parlarvi in merito ad uno dei principi più essenziali di tutto il vangelo. Mi riferisco alla dottrina del lavoro. Mi auguro che ciò che dirò vi guiderà nel lavoro che avete attualmente o in quello che potrete avere in futuro.

L’opera di Dio

geova - creazione della terra

“Jehovah Creates the Earth” by Walter Rane

Le benedizioni del lavoro sono molteplici poiché il lavoro è un principio eterno. Chi è che possiede tutte le ricchezze della terra e molto di più, e nonostante questo è continuamente all’opera?

Il nostro Padre celeste! Egli è un lavoratore. Il Padre celeste e Gesù Cristo ci hanno mostrato, mediante il loro esempio e i loro insegnamenti, che il lavoro è importante in cielo e in terra.

Geova lavorò per creare i cieli e la terra. Raccolse le acque in un sol luogo e fece apparire la terra asciutta. Creò il sole, la luna e le stelle. Creò ogni essere vivente nel mare e sulla terraferma.

Poi il Padre pose Adamo ed Eva sulla terra affinché se ne prendessero cura e governassero tutte le altre creature (Vedere Genesi 1:1-28). Ma la loro opera non ebbe fine con la creazione. In Perla di Gran Prezzo leggiamo:

“Poiché questa è la mia opera e la mia gloria – fare avverare l’immortalità e la vita eterna dell’uomo” (Mosè 1:39; corsivo aggiunto).

Questo, ovviamente, include ogni uomo, donna e bambino. Di tutte le cose di cui si sarebbe potuto occupare, il Padre celeste ha scelto di adoperarsi per il beneficio delle nostre anime eterne – la mia e la vostra.

Gesù disse: “Il Padre mio opera fino ad ora, ed anche io opero” (Giovanni 5:17). Disse inoltre: “Bisogna che io compia le opere di Colui che mi ha mandato” (Giovanni 9:4).

Vedi anche: Perché la creazione della terra non è ancora finita

Le benedizioni del lavoro

Le benedizioni del lavoro_1Anche voi ed io abbiamo un’opera da compiere. Satana tenta di farci credere che il nostro lavoro non sia utile o che non abbiamo affatto bisogno di lavorare. Egli si sbaglia su entrambi i fronti.

Abbiamo proprio bisogno di lavorare. Abbiamo la responsabilità di prenderci cura dei nostri bisogni e di quelli della nostra famiglia.

L’autosufficienza è una tradizione che appartiene al modo di operare del Signore dai tempi in cui Adamo ed Eva lasciarono il giardino di Eden.

Il Signore disse ad Adamo: “mangerai il pane col sudore del tuo volto” (Genesi 3:19). Adamo ed Eva lavorarono nei campi affinché potessero provvedere ai loro bisogni e a quelli dei loro figli (vedere Mosè 5:1).

Tuttavia, provvedere ai nostri bisogni non è l’unico scopo del lavoro. Supponete che qualcuno vi regali un’ ingente somma di denaro o che per qualsivoglia ragione diventiate improvvisamente autosufficienti da un punto di vista finanziario.

Anche in quel caso, non sareste esonerati dall’incarico del lavoro. Il Signore disse al popolo di Israele: “Lavora sei giorni e fa’ in essi ogni opera tua” (Esodo 20:9).

Quel comandamento non includeva nessuna eccezione per coloro che avessero già in abbondanza! Come dichiarò l’anziano Neal A. Maxwell: “Il lavoro è sempre una necessità spirituale, anche se per alcuni non è una necessità economica” (Neal A. Maxwell, “Bisogno al mondo v’è di te”, La Stella, Luglio 1998, pag 40.).

Il lavoro non è una maledizione ma una benedizione; attraverso il lavoro non soltanto obbediamo ad un comandamento di Dio ma permettiamo a noi stessi di partecipare nella grazia salvifica di Dio.

Il Salvatore disse: “Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti” (Giovanni 14:15). Pertanto, Cristo affermò chiaramente che se Lo amiamo e desideriamo essere con Lui, dobbiamo obbedire alle Sue leggi, incluso quel primitivo comandamento dato ad Adamo di lavorare.

Agli albori della Restaurazione il Signore disse ai Santi degli Ultimi Giorni: “Ora io, il Signore, non mi compiaccio degli abitanti di Sion, poiché vi sono fra essi degli indolenti” (DeA 68:31).

Allo stesso modo, durante una conferenza generale del 1936, il presidente Heber J. Grant disse: “Il lavoro deve essere nuovamente stabilito quale principio dominante della vita dei membri della Chiesa”.

Avete mai pensato a cosa succederebbe se le persone non lavorassero? Le scuole sarebbero aperte? I governi funzionerebbero? Ci sarebbero i programmi in TV?

Nonostante talvolta pensiamo a quanto sarebbe bello avere tutto il denaro che vogliamo senza dover lavorare mai più, vi assicuro che non è questa la strada per la felicità.

Le benedizioni del lavoro portano una gioia immensa. Alcune delle persone più infelici che abbia mai conosciuto sono quelle che, per una ragione o per un’altra, non hanno avuto la possibilità di lavorare per periodi di tempo prolungati.

Comprendiamo che in alcune parti del mondo è possibile incontrare delle difficoltà quando si cerca di sostentare la propria famiglia. Tali difficoltà includono: malattie croniche, perdita del coniuge, prendersi cura di un genitore anziano o provvedere all’istruzione dei figli.

Il Padre celeste è cosciente delle famiglie che si trovano in queste situazioni. Sono convinto che vi darà la forza per andare avanti. Egli ci benedirà sempre se lo chiediamo con fede.

Il lavoro come servizio

Il lavoro come servizioL’atteggiamento, le abitudini e le competenze per lavorare bene sono meglio acquisite attraverso delle esperienze lavorative di successo. Lasciate che vi dia un esempio.

Nel ranch in cui sono cresciuto, le mucche dovevano essere munte prima dell’alba ogni giorno. Non importava che fosse domenica, Natale o qualsiasi altra festa.

Non importava che facesse freddo. Non importava che qualcuno avesse l’influenza. Non importava che fuori ci fosse il sole splendente o una bufera di neve. Ogni mattina ed ogni sera non cambiava – le mucche dovevano essere munte.

Mio padre mi aiutava con la mungitura delle vacche abbastanza spesso, e di quando in quando lo faceva anche mia madre. Ricordo che i miei genitori continuarono a mungere fino agli 80 anni passati.

Ma mio padre non mungeva le vacche perché fosse il suo compito; egli lo faceva perché ce n’era bisogno. Vi è una grande differenza. Per lui quelle bestie non erano semplici mucche – per lui erano Big Blackie, Bossie, Sally e Betsy. Egli voleva che fossero felici.

Diceva sempre che le mucche felici producevano il latte buono. Per mio padre, mungere le vacche – per quanto semplice possa sembrare – non era un obbligo; era un’opportunità. Per lui mungere non era un lavoro; era una servizio.

Questa modo di pensare mi ha aiutato durante la crescita. Mi ha aiutato a comprendere che ogni lavoro svolto in onestà è onorevole.

Nel giro di pochi anni mi resi conto che svolgere queste semplici faccende quotidiane mi ha a dire il vero aiutato a sviluppare fiducia in me stesso e mi ha dato un senso di emancipazione.

Andavo fiero di quello che facevo. Scoprii le benedizioni del lavoro, e scoprii anche che nessuno poteva farmi sentire inferiore per il tipo di mansioni che svolgevo.

Come una volta disse Eleanor Roosevelt: “Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso”. Fiducia in se stessi e senso di emancipazione vi saranno di aiuto.

Piuttosto che considerare il nostro lavoro quotidiano un’imposizione, dovremmo vederlo come un’opportunità. Questo è ciò che mio padre mi insegnò a provare nei confronti delle mucche.

Tali insegnamenti sono rimasti con me per tutta la vita, e continuo a visitare il ranch e i suoi ricordi più spesso che posso.

Pensateci. Se mio padre riusciva a trovare uno scopo in poche mucche, sicuramente ognuno di noi può trovare uno scopo nel proprio lavoro.

Vedi anche: 4 inattese benedizioni del non lavorare

Imparate ad amare il lavoro

Imparate ad amare il lavoroUno dei modi migliori che conosco per godersi la vita è imparare ad amare il lavoro. Forse ricorderete quella storia che dimostra come il nostro atteggiamento nei confronti del lavoro possa fare la differenza.

Un viaggiatore passò di fianco ad una cava, e vide tre uomini che lavoravano. Chiese ad ognuno di loro cosa stesse facendo. La risposta che ogni uomo diede rivelò un diverso atteggiamento nei confronti dello stesso lavoro.

“Sto estraendo della pietra”, disse il primo. Il secondo rispose: “Mi guadagno tre monete al giorno”. Il terzo uomo sorrise e disse: “Sto aiutando a costruire la casa di Dio”. Ricordate il vecchio detto: “L’atteggiamento determina il successo”.

Dovremmo essere capaci di trovare un senso al nostro lavoro, a prescindere da quale esso sia. In ogni lavoro onesto possiamo servire Dio. Re Beniamino, il profeta nefita, disse:

“Quando siete al servizio dei vostri simili, voi non siete che al servizio del vostro Dio” (Mosia 2:17).

Anche se il nostro lavoro ci permette semplicemente di sopperire alle necessità della nostra famiglia, stiamo ugualmente aiutando i figli di Dio. Il Signore non si compiace di coloro che sono pigri o indolenti. Egli disse:

“E l’indolente non avrà posto nella Chiesa, a meno che si penta e si ravveda” (DeA 75:29).

Ha inoltre ordinato:

“Non essere indolente; poiché colui che è indolente non mangerà il pane né indosserà gli abiti del lavoratore” (DeA 42:42).

Sin dagli albori della Chiesa i profeti hanno insegnato ai Santi degli Ultimi Giorni ad essere indipendenti e autosufficienti, e ad evitare l’indolenza. I veri Santi degli Ultimi Giorni non permetteranno mai volutamente che qualcun altro si faccia carico del proprio sostentamento.

Miei giovani amici, dovreste decidere proprio ora e proprio qui, che nella misura in cui sarà possibile sarete autosufficienti per tutta la vostra vita.

Oggigiorno vi sono molti che offrono l’inganno del denaro facile, suggerendo delle scorciatoie verso la ricchezza veloce e una vita di agi. Ne sentiamo parlare tutto il tempo.

Tali offerte sono pura illusione, e i profeti ci hanno costantemente messo in guardia dalla trappola del “denaro facile”. Non dobbiamo perdere la capacità di fare valutazioni solide, di soppesare i rischi e i benefici, e di afferrare il messaggio più ampio della vita.

Nel mondo lavorativo vi sono molte persone che sono spiritualmente insensibili poiché hanno una mente carnale. Cercate di evitarle.

Quanto sarebbe terribile se, a causa del nostro lavoro, fossimo messi in contatto con coloro che potrebbero distruggere la nostra spiritualità.

“E che giova egli all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde l’anima sua?” (Marco 8:36).

Il Signore ha detto:

“Or l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché gli sono pazzia; e non le può conoscere, perché le si giudicano spiritualmente” (1 Corinzi 2:14).

Ovviamente dovremmo trovare il giusto equilibrio tra lavoro, riposo e relax. Senza il lavoro, il riposo e il relax non hanno significato. Vi è un vecchio detto:

“Non fare nulla è il lavoro più faticoso di tutti”. Non solo è necessario e piacevole riposare, ma ci è comandato di riposare il settimo giorno (vedere Esodo 20:10).

A coloro che santificano il giorno della domenica il Signore ha promesso che “la pienezza della terra sarà vostra” (DeA 59:16).

Molti di voi sapranno che sorella Sorensen ed io abbiamo passato alcuni anni in Asia. Mentre vivevamo lì sentimmo di un vecchio adagio che dice: “Scegli un lavoro che ami e non lavorerai un solo giorno in tutta la tua vita”.

Credo in gran parte che sia un pio desiderio. Non vorrei suonare pessimista. Ma la realtà è che il lavoro non è sempre naturalmente allettante.

Credo che una massima più appropriata potrebbe essere il consiglio dato da presidente Thomas S. Monson. Egli disse “Scegli chi amare; ama chi scegli”.

Imparate ad amare il lavoroStava in realtà parlando del matrimonio, ma suggerirei che tale consiglio possa essere applicato anche alla vocazione da voi scelta. Scegliete il lavoro che amate, e poi amate il lavoro scelto.

Ciò che intendo dire con questo è che molte persone rimangono impantanate nell’idea che il loro lavoro dovrebbe essere più gratificante, più prestigioso o quantomeno meno monotono!

Quando le cose diventano difficili – come inevitabilmente accade – cominciano a pensare che forse il lavoro che hanno scelto non è davvero quello che pensavano sarebbe stato.

Cominciano a credere che l’erba del vicino sia più verde. Le sentirete dire: “Se solo avessi studiato medicina piuttosto che giurisprudenza, a quest’ora sarei stato un grande medico”.

O magari “Vorrei avere la sua stessa posizione. Se fossi io il capo, lavorerei davvero sodo, tratterei bene le persone e avrei successo”.

Coloro che non riescono a uscire da questo “pantano mentale” hanno difficoltà ad avere successo in qualunque tipo di professione.

Si innamorano di una carriera ma poi rimangono disincantati dalle piccole e semplici mansioni e finiscono col rinunciare a perseguire la propria fantasia dedicandosi a qualcos’altro.

Passano da un lavoro all’altro senza mai rimanere nella stessa posizione abbastanza a lungo da raggiungere l’eccellenza. (Se alcune delle mie dichiarazioni vi danno fastidio, vi invito a pentirvi).

Una volta che avrete scelto una carriera, amatela! Nessun lavoro è perfetto. Ogni lavoro porta con sé sfide e giorni faticosi.

Proprio come per il matrimonio, il successo e l’eccellenza nel vostro lavoro richiederanno anni e anni di sforzi dedicati e persistenti. Tuttavia, per quanto faticoso possa essere, alla fine godrete delle benedizioni del lavoro.

Avrete maggior successo se persisterete con entusiasmo nel percorso lavorativo intrapreso, malgrado i lati negativi e malgrado le piccole e semplici azioni.

Concentrate la vostra attenzione sulla carriera attuale e resistete alla tentazione di cercare altrove. Infatti, oserei dire che non importa molto quale lavoro scegliate.

Vi prometto che se vi atterrete alla carriera scelta e ricercherete l’eccellenza, godrete in larga misura del successo e finirete con l’amare il vostro lavoro più di quanto avreste potuto immaginare.

Alcuni consigli

il lavoro è un principio eternoPermettetemi di aggiungere pochi altri consigli.

Primo, sforzatevi al massimo di andare d’accordo con gli altri. Siate parte della soluzione, non parte del problema. Invero, siate una luce, non un giudice.

Numerosi studi hanno ripetutamente dimostrato che, in genere, le persone non perdono il lavoro a causa di una mancanza di abilità o competenze tecniche.

Piuttosto, la difficoltà più frequente sta nell’andare d’accordo con le altre persone. So che è impossibile compiacere tutti, tutto il tempo; ma potete sempre compiacere la maggior parte delle persone la maggior parte del tempo – soprattutto se una di queste è il capo.

Secondo, ricordate che quando le persone non si confrontano che con se stesse, raramente migliorano. Posso assicurarvi di aver fatto più progressi nella vita e negli affari quando gli altri mi hanno criticato che quando mi hanno elogiato.

Imparate ogni tanto a confrontarvi con la “pietra di paragone” di qualcun altro. Se il vostro datore di lavoro vi fa notare di perdere le staffe troppo facilmente, prendetelo sul serio.

Se anche il vostro coniuge sostiene che perdiate le staffe troppo facilmente, e i vostri amici dicono lo stesso, è molto probabile che perdiate davvero le staffe troppo facilmente.

Quando sentite questo tipo di commenti, dategli ascolto prima di rifiutarli. Valutateli. Dategli un peso. Pensate siano necessarie delle modifiche? Al di là delle critiche, imparate ad andare d’accordo con le altre persone. Se avrete la volontà di farlo, ci riuscirete.

Terzo, siate ottimisti. Non accettate alcuna forma di pessimismo, specialmente quando è diretta a voi personalmente. Non accettate alcuna affermazione pessimistica sul vostro Padre celeste.

Consideratene la fonte – proviene da Satana. Non accettate affermazioni pessimistiche sui dirigenti della Chiesa o sulla Chiesa in quanto istituzione. Occorre un grande impegno per respingere le insinuazioni di Satana, ma tale impegno vi condurrà alla felicità.

Vedi anche: Cinque Atti di Servizio che Arrivano da Tutto il Mondo

In sintesi

le benedizioni del lavoro sono realiÈ un dato di fatto che ci saranno delusione e scoraggiamento lungo la via, fratelli e sorelle. Ma le benedizioni del lavoro sono reali.

In qualità di umile servo del Signore, vi prometto, e vi do la mia benedizione, che se vi impegnerete a mantenere gli standard che il Signore ha stabilito tramite le scritture e i Suoi profeti, se studierete, pregherete e pagherete la decima e le offerte di digiuno con il denaro guadagnato per mezzo del vostro lavoro, avrete più successo sia nella vita che nel lavoro quotidiano.

Diventerete un lavoratore migliore. Diventerete un lavoratore più produttivo. Diventerete un lavoratore più efficiente. Tutto ciò sarà possibile poiché lo Spirito del Signore sarà con voi, vi assisterà e vi rafforzerà.

Miei cari giovani amici, desidero portarvi la mia testimonianza quest’oggi. Credo in questa Chiesa. Credo in Gesù Cristo.

So che Gesù Cristo può aiutare ognuno di noi nel nostro lavoro se noi Lo aiutiamo nel Suo.

Poiché i nomi dei giusti saranno scritti nel libro della vita e ad essi io accorderò un’eredità alla mia destra. Ed ora, fratelli miei, cosa avete da dire contro ciò? Io vi dico che se parlate contro, non importa, perché la parola di Dio deve essere adempiuta (Alma 5:58).

Vi rendo la mia umile testimonianza che se lavorerete per il nostro Padre celeste e Suo Figlio, Gesù Cristo, Egli vi benedirà e veglierà su di voi tutti i giorni della vostra vita.

E dico questo nel Suo santo nome, nostro Signore, nostro Redentore, nostro Salvatore, il Santo di Israele, Gesù Cristo, Amen.

“Lavora sei giorni e fa’ in essi ogni opera tua”: le benedizioni del lavoro è stato estratto da un devozionale tenuto presso la Brigham Young University, il 6 maggio 2005, da David E. Sorensen, allora membro della presidenza del Quorum dei Settanta.