Alcuni mesi fa, durante una riunione sacramentale, mi ritrovai seduto di fronte a Presidente Nelson, e ciò che accadde ha cambiato la mia vita. Ecco cosa è successo:

Il sabato prima, mentre mi trovavo in montagna con alcuni amici e colleghi di lavoro, ricevetti un’email da parte del nostro vescovo, rivolta a tutti i membri del Rione:

L’email diceva: “Sarà nostro onore e privilegio avere con noi il profeta, il Presidente Russell M. Nelson, e sua moglie, sorella Wendy W. Nelson, e ascoltare un loro discorso in occasione della riunione sacramentale di domani, domenica 23 settembre, alle ore 11.00.”

Ci fu annunciato all’ultimo momento. Il vescovo stesso lo seppe all’ultimo momento. Fu una sorpresa per tutti.

Appena letta l’email, la mia reazione istintiva è stata: “Forte! Non ho mai visto un profeta da vicino prima d’ora.”

La seconda reazione fu più profonda: “Voglio sapere se quest’uomo è davvero un profeta di Dio.”

Il desiderio di chiedere a Dio

Non so perché ma, mentre ero immerso nel più bel paesaggio montano autunnale, all’improvviso sentii questo desiderio ardente di ricevere una testimonianza, per sapere se quest’uomo fosse o meno il profeta di Dio sulla Terra oggi.

Nel corso della mia vita non avevo mai realmente chiesto a Dio di darmi testimonianza su nessuno dei profeti. Forse questo non mi rende un buon membro della Chiesa, non lo so.

Ho sempre accettato e sostenuto i profeti per le persone che sono. Raramente pongo a Dio domande in merito alla Chiesa perché, dalla mia esperienza, non ho mai sentito di ricevere realmente una risposta diretta.

Forse non sono abbastanza in sintonia con lo Spirito, ma mi sono sempre sentito come se avessi bisogno di fare un grande sforzo e una grande ricerca per ottenere le risposte alle domande che ponevo.

Così, negli ultimi tempi, avevo preso l’abitudine di cercare le risposte senza rivolgermi a Dio in preghiera. Tuttavia, quel sabato, immerso tra le montagne, una voce continuava a sussurrarmi:

“Chiedilo a me.”

Non voglio ingrandire la cosa ma, vi dirò: ho sentito che Dio voleva che gli chiedessi in preghiera se quest’uomo, così grande e tuttavia imperfetto, che sarebbe stato seduto di fronte a me, fosse il Suo profeta sulla Terra oggi.

Per questo, quel sabato pregai specificatamente per chiedere a Dio di farmi sapere, durante la riunione sacramentale, se Presidente Nelson fosse il Suo profeta e se la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni fosse sul sentiero giusto.

Non  avevo la stessa fede che aveva Joseph Smith quando entrò nel bosco sacro. Non mi aspettavo di ricevere risposta alla mia preghiera.

Pensavo che avrei continuato ad arrancare come ho sempre fatto, sperando che il Signore fosse alla guida e io fossi nel posto giusto.

La risposta tramite il potere dello Spirito Santo

Poi accadde qualcosa che avevo sperimentato solo un’altra volta nella mia vita, quando mi ritrovai a decidere se andare in missione o meno. Fu un momento cruciale per me, uno di quelli in cui ti ritrovi ad un bivio.

Forse Dio aveva capito che quel giorno, domenica 23 settembre, era un’altro di quei momenti cruciali della mia vita perché, in un modo indescrivibile, Dio parlò alla mia anima mediante il potere dello Spirito Santo.

Non avevo mai capito cosa volesse dire sentire ardere il petto. Io ho sempre sentito lo Spirito Santo nel modo in cui Joseph Smith lo descrisse: intelligenza pura che fluisce dentro di te e illumina la tua mente.

Tuttavia, pochi secondi dopo l’inizio della riunione, fissai il mio sguardo su Presidente Nelson e accadde qualcosa che non aveva nulla a che fare con la mia mente o il mio intelletto.

Quel sentimento, quell’ardore, quella luce, quel calore, si espansero dentro di me. Queste parole seguirono nella mia mente:

“Questa è la risposta alla tua preghiera. Quest’uomo è il mio profeta e questa Chiesa è la mia Chiesa.”

Non riuscivo più a parlare. Avevo solo le lacrime agli occhi. Nel giro di cinque-dieci secondi, seppi in modo così chiaro che avevo ricevuto una risposta alla mia preghiera… il che era strano per me.

Non ho mai sentito di ricevere risposta alle mie preghiere. Tuttavia, non posso negare ciò che accadde quella domenica.

Una certezza nel mezzo di così tanti dubbi

Ci sono così tante voci, e così tante fonti che suscitano grandi dubbi.

Di recente, mi sono sentito come Joseph Smith quando disse: “In mezzo a questa guerra di parole e questo tumulto di opinioni, io mi dicevo spesso: Cosa devo fare?”

CHI HA RAGIONE? Ti senti letteralmente sopraffatto dalla confusione. La velocità con cui le cose stanno cambiando e avanzando ha portato tante persone a farsi avanti ed esprimere il proprio disaccordo.

Tuttavia, questa semplice esperienza, una semplice domanda, mi ha dato la conoscenza ed il conforto che stavo cercando.

Non riuscivo neanche a cantare per la forte emozione.

Alzai lo sguardo. Neanche il vescovo ed i suoi consiglieri sembravano riuscirci. Forse stavano provando anch’essi qualcosa con cui il Signore ritenne giusto benedirli.

Quando la riunione giunse al termine, ci alzammo in piedi e cantammo l’inno “Ti siam grati, o Signor, per il profeta”.

Presidente e Sorella Nelson scesero dal pulpito e indovinate dove andarono. Dritti dai giovani. Chissà perchè.

Mia figlia strinse la mano del profeta ed egli, piangendo, si fece strada verso l’uscita.

Imparai di più quella domenica, in dieci secondi, chiedendo a Dio in sincera preghiera, che in anni di lezioni e studio.

Credo che se il profeta potesse far sì che i giovani, e chiunque faccia fatica a trovare delle risposte, impari qualcosa, sarebbe questa:

Chiedete a Dio.

Questo articolo è stato scritto da Greg Trimble. Questo articolo è stato tradotto da Sara Mondelli.