Alcuni dicono che quello che molti convertiti trovano più coinvolgente in una nuova religione non è la dottrina, ma la vita di quelli che vi credono.

E così è stato per Norman Fukui, un nativo della città di Bear River che non solo è passato dall’essere un ragazzo di campagna a un dirigente di banca, ma anche dall’essere un buddista ad un vescovo mormone nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni.

La sua vita è stata avventurosa come quella di un pioniere.

“Alcune persone dicono che gli piacerebbe leggere il mio diario”, ha detto con una risata.

Forse un giorno verrà pubblicato, ma per il momento ecco le parti più importanti:

Casa Fukui, per il giovane Norm Fukui,traboccava di devozione, devozione al buddismo giapponese.

Sua madre aveva ereditato un santuario che teneva in casa e c’erano dei momenti in cui l’aroma dell’incenso veniva trasportato dal vento.

In quei giorni il giovane Fukui era un frequentatore assiduo del piccolo tempio buddista nella contea di Box Elder.

“Il nostro punto di ritrovo era la chiesa”, Ricorda Fukui “Durante la guerra, quando i giapponesi venivano mandati nei campi di prigionia e nella città di Bear River c’era il coprifuoco, la chiesa buddista era diventata il centro di tutto”.

Una volta a settimana un prete buddista viaggiava verso nord dalla città di Salt Lake per officiare e predicare in giapponese.

“Ho imparato ad essere gentile e premuroso”, ha detto Fukui,”ma al di là di quello, tutto era così arcaico e confuso. Non riuscivo a capirci nulla, così le riunioni sembravano interminabili.”

Ma se il buddismo era il cuore di casa Fukui,la forza che faceva girare tutto era Nonna Fukui, una donna nata in Giappone forgiata “nei bei vecchi tempi”.

“Lei dirigeva tutta la baracca” ha detto Fukui, “Era una vera e propria matriarca, una donna forte”.

All’età di sei anni Fukui decise, per scherzo, di partecipare alla primaria SUG (della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni) con i suoi amichetti.

Oggi egli ripensa a quel giorno come ad un momento di verità. Di punto in bianco, racconta, venne chiamato per fare la preghiera. Si diresse all’inizio della classe, incrociò le braccia, chinò la testa e si chiese:”e adesso?”

“In quel preciso istante sentii una voce dolce sussurrarmi cosa dovevo dire. Era la voce di sorella Cora Misrasi” egli racconta. “Non mi dimenticherò mai di lei né di quel momento”.

Col passare del tempo Fukui si sentì attratto dalla fede SUG. Gli piaceva l’idea di una famiglia eterna. Gli piaceva il raggiante ottimismo delle persone.

Nonostante ciò. Rispettava i suoi genitori e, quando gli chiesero di attendere fino si 18 anni prima di prendere una decisione se convertirsi o meno, lui aspettò.

Quando decise di battezzarsi i suoi genitori compresero. Ma gli dissero:” adesso devi dirlo alla nonna”.

Anche questo sarebbe diventato un momento di verità nella sua vita.

“Non sapevo come avrebbe reagito” afferma Fukui. “Si sarebbe arrabbiata? Sarebbe stata triste? Entrai nel sua stanza e le raccontai dei miei progetti di diventare mormone. Alzò gli occhi e mi disse in giapponese:” il buddismo è buono, il mormonismo è buono, scegline uno e sii un buon membro””.

Prese molto a cuore il consiglio. Più tardi anche le sue tre sorelle si convertirono alla chiesa. Incontrò la sua futura moglie, Elaine, in un rione GANS (Giovanni adulti tra i 18 e i 30, membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni) a Cache Valley.

Più tardi diventò vescovo del rione in cui crebbe. Lo stesso in cui sorella Misrasi lo aveva indirizzato sul suo nuovo cammino.

“Le persone nel rione mi hanno insegnato sin da ragazzo” egli racconta. “Ecco come sono sopravvissuto. Erano felici di potermi insegnare costantemente”.

Oggi la famiglia Fukui resta legata alle tradizioni. Elaine, una ragazza tutta carne e patate, ha imparato a cucinare pietanze giapponesi e la famiglia festeggia tuttora le festività nipponiche.

E in questi giorni Norm Fukui si sente guidato oltre che benedetto.

“I miei genitori erano buone persone” ci spiega; “Sacrificavano tutto per i figli. Quindi io credo che essere stato allevato nella fede buddista sia stato per me un vantaggio.

Mi ha aiutato a sviluppare empatia per il prossimo e la capacità di vedere il buono negli altri senza nessun riguardo”.

Quest’autunno il figlio di Fukui farà ritorno dalla sua missione. Una missione in Giappone; la madre patria così cara alla nonna, il che è un modo quasi poetico di chiudere questo cerchio.

La nonna potrà essere stata forte e decisa ma sapere che il nipote sarebbe tornato in patria per servire, le avrà certamente strappato un sorriso.