Se c’è un principio che ho imparato nella mia vita è questo: pregare ed ascoltare ci aiuta ad essere più forti nei momenti difficili. Ricordo quando mi stavo preparando per il mio primo discorso sacramentale.

Avevo appena dodici anni e avevo passato tutto il sabato sera a scrivere e dissezionare il mio discorso, per il giorno successivo, come una vera procrastinatrice. Non avevo usato le riviste della chiesa, né avevo chiesto ai miei genitori di aiutarmi a scriverlo.

Quel discorso sarebbe stato il mio pensiero e la mia testimonianza, espressi con le mie parole.

Fortunatamente per me, avevo una mamma molto solidale che si era offerta di rileggerlo una volta completato. Non per aggiungere o togliere qualcosa ma per controllarlo, giusto per sicurezza.

Per sicurezza di cosa vi chiederete? Bene…

A metà della lettura, ha iniziato a ridacchiare. Il che era inaspettato, perché non avevo scritto niente di divertente. Quella risatina si trasformò in una serie di risate soffocate e fece del suo meglio per trattenerle.

Con me che la guardavo con aria interrogativa, afferrò le sue scritture, andò al Nuovo Testamento e cercò di guardarmi negli occhi senza ridere.

Ce la stava davvero mettendo tutta.

Quando si calmò abbastanza, mi disse: “Megan, Gesù Cristo non ha espiato i nostri peccati nel Giardino di Yosemite”.

Poi, mi mostrò i passaggi in Matteo capitolo 26. G-E-T-S-E-M-A-N-I! Imbarazzata, me ne andai con il discorso in mano, corressi l’errore e continuai.

Trovare aiuto nei momenti difficili

Dire che questo sia stato un punto di svolta nella mia giovane vita, sarebbe un’esagerazione, ma ha chiarito molta confusione della prima infanzia. Vivendo nella Sacramento Valley, mi sono sempre chiesta perché la mia famiglia non avesse mai fatto un’escursione di quattro ore verso il sacro Giardino di Yosemite.

Non avrebbe dovuto essere una priorità?

Come molti dei fallimenti della mia vita, ho imparato a prendere tutto con calma e mi sono assicurata che mia madre controllasse sempre i miei discorsi in chiesa, i documenti scolastici e qualsiasi altra forma di dichiarazione scritta, per eliminare i malapropismi che mi hanno perseguitato per tutta la vita.

Gli amici e la famiglia ora non sussultano nemmeno più quando parlo male.

Spesso, smarrire una o due vocali e finire con il dire una parola dal significato completamente diverso da quello che intendevo veramente, è stato un problema a dir poco ingombrante. Per fortuna, adesso gli altri spesso comprendono quello che intendo dire.

Mio fratello non è stato deportato dall’esercito in Afghanistan.

Non puoi cucire il mammogramma delle tue iniziali sugli asciugamani. 

Erratico ed erotico sono due comportamenti completamente diversi.

L’incompetenza non dovrebbe mai essere sostituita dall’impotenza.

E un haiku (una poesia) non deve essere confuso con l’Haka (una danza).

Anche con questi errori, provare ad esprimere a parole ciò che c’è nella mia mente e nel mio cuore è una sfida per il mio essere estroversa. Allo stesso tempo, la mia disponibilità a parlare ed essere ascoltata, ha reso il concetto di preghiera un comandamento facile da comprendere.

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La mia mente può essere confusa e le mie parole possono distorcersi e cambiare, ma il Padre celeste ascolta pazientemente e, proprio come quelli che mi conoscono meglio, capisce sempre cosa sto cercando di dire.

Attraverso anni di diligente preghiera, sono arrivata anche a capire Lui e ad apprezzarLo meglio.

Pregate e leggete le scritture

“Pregate, pregate, pregate e leggete le Scritture ogni giorno!”, sento ancora forte, nel mio cuore, la voce di mia nonna. Era il suo mantra: il suo codice e la sua risposta a tutto.

Proprio a QUALUNQUE COSA.

Lo recitava quotidianamente, lo scriveva sui nostri biglietti d’auguri, sui biglietti di Natale e, quando la sua mano ha iniziato a tremare, ha creato un acronimo che accompagnasse la sua firma, con un’abbondanza di punti esclamativi.

PPPELLSOG!!!!!

Quando viene dato un così grande esempio, è facile dimenticare che non tutti sono abbastanza fortunati da aver avuto una nonna così devota e determinata.

La pratica della preghiera non è facile per tutti. Solo perché a me viene naturale, non significa che sia facilmente applicabile agli altri. Non ho mai davvero compreso questa differenza, fino a quando un caro amico non mi ha parlato dei suoi fallimenti con la preghiera.

“Ho provato a pregare ed ascoltare… Non sento niente”, mi ha confessato. “Mi sento vuoto. Perché?”

A migliaia di miglia di distanza, Adam sta attualmente combattendo per il nostro paese. Ha letto il Corano, la Torah, la Bibbia e ha recentemente finito di leggere il Libro di Mormon e ha ricominciato. Mentre giace in cuccette in mezzo ad un deserto, ha divorato questi testi e vuole così disperatamente capire le scritture.

Molte delle quali ha potuto apprezzare, semplicemente grazie al fatto di essere nell’esercito. Qualche versetto su Ammon e su alcuni giovani guerrieri, lo hanno aiutato a relazionarsi e a non sentirsi così fuori posto.

Quando i suoi commilitoni lo hanno deriso, per le sue letture, si è limitato a dargli un colpetto sul naso con il libro tascabile. Plausibile tattica missionaria? Probabilmente no, ma ha avuto i risultati desiderati e nessuno adesso lo infastidisce più.

Quando mi ha mandato un messaggio con i suoi dubbi sulla preghiera e sul suo reale funzionamento, mi sono seduta lì, sul mio comodo letto, nella mia casa sicura, a migliaia di miglia di distanza da guerre, pericoli e distruzioni, e ho pregato.

Ho ringraziato il Padre celeste per l’amicizia che avevo con Adam. L’ho ringraziato per la sicurezza che avevo grazie ai nostri soldati. Poi, ho chiesto che in qualche modo avrei voluto essere in grado di dirgli quello che aveva veramente bisogno di sentire, quello che avrebbe capito.

Cosa avrebbe potuto davvero aiutarlo?

“Ho altri dieci minuti, poi questo telefono sarà fuori servizio e non potrò inviarti messaggi per un pò”, mi ha detto.

Stavo finendo il tempo. Ho fatto un respiro profondo, ho sussurrato un’ultima preghiera e ho iniziato a rispondergli.

“Potresti non sentire mai niente”. Wow Megan, un po’ forte come inizio, appianare le cose di punto in bianco. Dove sarei arrivata? “Ma inizierai a sentirti diversamente. Inizierai a ringraziare Dio, per molte più cose.

Spesso Dio risponde alle preghiere tramite altre persone”.

Nessuna risposta, così ho continuato: “La preghiera è un esercizio, un’abitudine in cui ti impegni. Più lo fai, più in sintonia sei con lo Spirito. Inizia in modo semplice e continua a farlo. Prega, prega, prega e leggi le Scritture ogni giorno”.

“E funzionerà?”

“Lo dice mia nonna. Quello che vuoi ottenere è uno stato meditativo, in cui elimini tutte le distrazioni e raggiungi un focus interiore. Concentrati solo sul calmare la tua mente per ora, in modo da poter iniziare a sentire la Sua presenza. Perché Lui è lì”.

“Ok lo farò”.

“E quando sarai in grado di parlare di nuovo, ti chiederò se ti sei ricordato di pregare ed ascoltare”.

“Affare fatto”.

Pregare ed ascoltare: diventare più forti, per affrontare i momenti difficili

La risposta alla preghieraProbabilmente vi starete chiedendo quando i principi profondi del Vangelo appariranno in questo articolo. Forse state cercando un messaggio potente, reso in un modo nuovo e stimolante, che vi farà raggiungere il vostro nucleo spirituale interiore.

PPPELLSOG è una cosa vera?

Sì.

Troppo spesso cerchiamo di analizzare il più semplice dei comandamenti. Cerchiamo una nuova prospettiva o un’esperienza troppo discussa. Se doveste cercare un qualche tipo di morale in questa storia, sarebbe massimizzare i vostri sforzi e limitare le vostre aspettative.

La verità è che non vi è alcuna garanzia che la preghiera funzionerà sempre per le vostre limitate capacità umane, ma sarà sempre ascoltata. È nostra responsabilità raggiungere ed accettare qualunque risultato arrivi e non lasciare che esso indebolisca la nostra determinazione a continuare a pregare.

Dio non vi parlerà sempre direttamente, anzi.

Pregate comunque.

Non sempre risponderà.

Pregate comunque.

Le risposte non sempre vi piaceranno.

Ma pregate comunque.

A volte vi sentirete come se non ci fosse nessuno. Il vuoto assoluto.

Pregate comunque.

In modo che quando sarete circondati dall’oscurità ed il pericolo sarà alla vostra porta, vi renderete conto che non avete mai smesso di pregare.

E quando le parole vi mancheranno: ascoltate.

C’è qualche esperienza in particolare sulla preghiera che vi sta a cuore? Condividetela con noi nei commenti!

Pregare ed ascoltare: essere più forti nei momenti difficili è stato scritto da Megan Ann Steyskal e pubblicato sul sito thirdhour.org. Questo articolo è stato scritto da Cinzia Galasso.