Nel libro dei Romani, l’apostolo Paolo invita ogni credente a “camminare in novità di vita” con Gesù Cristo. Ma cosa vuol dire realmente? E come possiamo farlo? È davvero possibile cambiare, abbandonare il vecchio io e vivere una nuova vita per seguire il sentiero del discepolato?

In un devozionale tenuto presso la Brigham Young University l’11 aprile 2004, il professor Lloyd D. Newell, professore di Storia e Dottrina della Chiesa, spiegò agli studenti cosa voglia dire rinascere spiritualmente e in che modo sia davvero possibile cambiare mediante il Vangelo di Gesù Cristo.

Non c’è niente di più bello di una nuova vita che inizia. Ho pianto e gioito alla nascita di ognuno dei nostri quattro figli. Un neonato è una cosa così bella, dolce e tenera. In momenti così, il velo tra la mortalità e l’eternità sembra quasi essere trasparente, e l’amore di Dio è inequivocabile.

Similmente, gioisco e mi commuovo ogni volta che assisto all’inizio di una rinascita spirituale. Quanto è bello, dolce e tenero vedere che un cuore è mutato, che chi era perso è stato ritrovato, che colui che non vedeva è tornato a vedere.

Sebbene possiamo non comprendere in che modo questo avvenga, sappiamo il perché — perché Dio ama i Suoi figli (vedere 1 Nefi 11:17). La rinascita spirituale è realmente tanto preziosa quanto la nascita fisica.

Sembra appropriato, allora, che il Signore abbia usato la nascita come metafora per descrivere il cambiamento reso possibile dall’espiazione di Gesù Cristo. Potremmo sorridere della perplessa domanda di Nicodemo:

“Come può un uomo nascere quand’è vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel seno di sua madre e nascere?” (Giovanni 3:4).

Tuttavia, a modo nostro, tutti noi ci siamo chiesti la stessa cosa: Posso davvero cambiare? Dopo tutti gli errori commessi, posso realmente ricominciare da capo? C’è speranza per me — e per i miei cari?

Abbiamo tutti sbagliato ed anelato ad un’altra occasione, un nuovo inizio. Abbiamo tutti sperato di poter tornare indietro e provare ancora. Abbiamo tutti delle debolezze che talvolta ci sembrano parti inscindibili della nostra natura.

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A tutti è capitato di sentire la frase “Non ci sono garanzie nella vita”. Ma eccovi una promessa, una garanzia sulla quale potete sempre contare, a prescindere da dove vi troviate o cosa abbiate fatto: è possibile cambiare; è possibile “camminare in novità di vita” (Romani 6:4).

Questo è il messaggio centrale del vangelo, la dottrina di salvezza, lo scopo ultimo della vita. Di fatto, potremmo dire che questa sublime verità sia il vangelo — la “buona novella” che Gesù Cristo venne a proclamare.

Ogniqualvolta che Dio parla all’uomo — direttamente o per mezzo dei Suoi profeti — il Suo messaggio principale sembra essere che dobbiamo cambiare o che possiamo cambiare.

Il mio intento oggi è affermare quanto ansiosamente il Padre celeste desideri che noi crediamo di poter cambiare.

Se l’espiazione di Gesù Cristo è l’espressione suprema dell’amore di Dio — e io attesto che lo è — allora un’altra possente espressione di quell’amore è costituita dai molti, svariati modi in cui Egli ci esorta ed incoraggia a credere nell’espiazione ed accedere al suo potere per cambiare le nostre vite.

La necessità di cambiare

La necessità di cambiareQuando l’apostolo Paolo incoraggiò i Romani, e ognuno di noi, a camminare in “novità di vita” (Romani 4:6), stava parlando per esperienza diretta. Sapeva cosa volesse dire nascere di nuovo.

Era mutato per sempre a seguito dell’esperienza avuta sulla via di Damasco. Ciò non vuol dire che egli fosse perfetto o che non peccò mai più, ma qualcosa era sicuramente diversa dopo quell’esperienza che può legittimamente essere considerata una rinascita.

Era un uomo nuovo — tuttavia tanto zelante e fedele nelle vesti di Cristiano quanto lo era stato nelle vesti di persecutore, ma adesso camminava con un potere, una luce e uno spirito derivati dall’essere “viventi a Dio, in Cristo Gesù” (Romani 6:11).

Quando disse: “così anche noi camminassimo in novità di vita” (Romani 6:4), ci stava invitando a camminare con lui nella convertita novità che aveva trovato in Cristo.

Tali riferimenti ad una “vita nuova”, nonché gli inviti frequenti del Signore a “nascere di nuovo”, ci danno un’idea della portata del cambiamento che Egli ha in mente per noi. Non si tratta di un ritocco o di una semplice modifica.

L’espiazione non ci offre delle alterazioni marginali. Ci offre un vero e proprio “resettaggio”. Ci permette molto di più che cambiare il nostro comportamento. La nostra natura, la nostra indole e la nostra intera visione del mondo e mentalità possono diventare diverse — più profonde, più eccelse, più sante.

La portata del cambiamento richiesto, però, non dovrebbe scoraggiarci. Il Padre celeste sapeva sin dal principio che mandare i Suoi figli nella mortalità, circondati dall’opposizione, avrebbe significato che saremmo scivolati, caduti e che talvolta non saremmo riusciti a fare la cosa giusta.

Ma ci ha offerto di percorrere questa strada comunque, perché è l’unica via che ci permette di continuare a progredire ed infine diventare come Lui. Rimanere come siamo non ha mai fatto parte del piano di Dio.

L’espiazione di Gesù Cristo non ci salva riportandoci dove eravamo ma conducendoci verso un luogo migliore preparato da Dio per noi. Accettando il piano di Dio, e rifiutando quello di Satana, abbiamo messo in conto sia la possibilità di vacillare che la promessa di progredire — e abbiamo convenuto con il Padre che la seconda possibilità valesse i rischi della prima.

Quindi, il rigoroso cambiamento richiesto dal vangelo di Gesù Cristo non deve essere scoraggiante o estenuante; ma emozionante e divertente! Il piano di salvezza è l’avventura suprema.

Potreste pensare di non essere persone avventurose, ma lo siete! Certamente avreste potuto scegliere la via più facile — la rassicurazione di Lucifero secondo cui, in cambio del vostro libero arbitrio, avrebbe fatto in modo che nessuno fallisse.

Ma non faceva per voi! Vi siete addentrati nel grande ignoto della mortalità. Lo avete fatto perché avevate fiducia nel Figlio di Dio e nel piano del Padre per la vostra felicità.
La vostra testimonianza è ciò che vi ha aiutato a vincere allora, e vi aiuterà a vincere adesso (vedere Apocalisse 12:10-11).

La speranza in Cristo è al centro di ogni cambiamento significativo.

Il nostro rapporto con Dio è un rapporto di separazione e restituzione, di straniamento e riconciliazione, di allontanamento e ricongiungimento, implica che ci rialziamo dopo essere caduti, che accettiamo i poteri celesti dell’amore e dell’espiazione del Salvatore, e che proviamo e riproviamo a vivere in armonia con gli ideali più eccelsi piuttosto che con gli impulsi più vili.

Il presidente Ezra Taft Benson disse:

Mentre cerchiamo di divenire sempre più simili a Dio, dobbiamo stare attenti a non scoraggiarci e a non perdere la speranza…

… La speranza è un’ancora per l’anima umana. Satana vorrebbe che noi gettassimo via quest’ancora per potere creare in noi lo scoraggiamento e la resa. Ma noi non dobbiamo perdere la speranza. Il Signore si compiace di ogni sforzo, anche di quelli piccoli che facciamo ogni giorno per cercare di essere più simili a Lui.

Anche se ci accorgiamo che dobbiamo fare molta strada per giungere alla perfezione, non dobbiamo arrenderci (Ezra Taft Benson, Messaggi della Prima Presidenza, La stella, Marzo 1990).

E ricordiamo che la vera conversione — camminare in novità di vita — è un processo che dura tutta la vita. Paolo non aveva terminato dopo quell’esperienza trasformatrice; perfino lui dovette continuare a lavorare sulla propria rettitudine, giorno dopo giorno.

Camminare in novità di vitaL’espiazione lavora dentro ognuno di noi nel tempo, poco a poco, giorno per giorno. Ecco perché, nella sua amorevole misericordia, il Signore ci ha comandato di prendere il sacramento ogni settimana.

Sapeva che avremmo avuto regolarmente bisogno di pentirci, ricordare e rinnovare le nostre alleanze. Infatti, il cammino in novità di vita è un viaggio lungo tutto una vita per ognuno di noi.

Anziano David A. Bednar lo ha spiegato con queste parole:

La rinascita spirituale … normalmente non si verifica all’improvviso o tutta in una volta; è un processo continuo, non un singolo avvenimento.

Linea su linea e precetto su precetto, gradualmente e quasi impercettibilmente, le nostre motivazioni, i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre azioni si allineeranno alla volontà di Dio.

Questa fase del processo di trasformazione richiede tempo, perseveranza e pazienza…

… la nostra anima ha costantemente bisogno di essere immersa e impregnata della verità e della luce del vangelo del Salvatore.

L’immersione sporadica e superficiale nella dottrina di Cristo e la partecipazione occasionale nella Sua chiesa restaurata non possono produrre quella trasformazione spirituale che ci permetterà di camminare in novità di vita.

Sono invece la fedeltà alle alleanze, la costanza nell’impegno e l’offerta completa dell’anima a Dio i requisiti per ricevere le benedizioni dell’eternità. (David A. Bednar, Bisogna che nasciate di nuovo, Liahona Maggio 2007)

La rinascita, allora, non è tanto un momento, quanto più una mentalità, un’esperienza continua del cuore, o l’accumularsi  graduale di innumerevoli scelte rette lungo tutto il corso della vita. È scegliere quotidianamente di accettare con sincerità l’invito del Signore al discepolato:

“Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi seguiti” (Luca 9:23).

Il cammino del discepolato diventa tanto più chiaro quanto più a lungo vi rimaniamo; è un processo che richiede pazienza.

I nostri sforzi e desideri sono noti al Signore; Egli vede i nostri passi di fede, obbedienza e perseveranza — per quanto piccoli e impercettibili possano sembrarci a volte. Egli conosce il nostro cuore, e noi conosciamo abbastanza del Suo da sapere che ci ama di un amore perfetto e incessante.

Il cammino del discepolato

Spesso Dio ci chiama i Suoi “fanciulli”, e lavorerà pazientemente su di noi mentre noi goffamente cerchiamo di emulare il Suo esempio, proprio come noi lavoriamo pazientemente sui nostri figli. Come ci ha amorevolmente ricordato anziano Neal A.Maxwell:

Il nostro perfetto Padre non si aspetta ancora che noi siamo figli perfetti. Ha avuto solo un Figlio così.

Pertanto, nel frattempo, con le guance macchiate, le mani sporche di terra e le scarpe slacciate, balbettanti ma sorridenti ci presentiamo davanti a Dio con un dente di leone — come se fosse un’orchidea o una rosa! Se per il momento un dente di leone è ciò che di meglio abbiamo da offrire, Egli lo accetta, sapendo già quello che potremo riporre sull’altare in futuro. È bene ricordare quanto giovani siamo spiritualmente.

Lo scopo della nostra vita è crescere fisicamente e spiritualmente. Per farlo, dobbiamo essere istruiti, riconoscere le nostre mancanze, correggere la rotta, e tornare più pienamente sul sentiero in salita del discepolato. Parlando di paradiso, la condizione che ci aspetta dopo questa vita, l’allora presidente Dieter F. Uchtdorf disse:

Ricordate: i cieli non saranno pieni di persone che non hanno mai commesso errori, ma di chi ha riconosciuto di essere fuori strada e ha corretto la propria rotta per riportarsi alla luce della verità evangelica (Dieter F. Uchtdorf, Una questione di pochi gradi, Liahona Maggio 2008).

Certamente, il nostro Padre celeste preferirebbe che evitassimo del tutto di commettere dei peccati, e le scritture contengono numerosi avvertimenti contro la ricerca della felicità nella malvagità.

Ma sapeva anche che avremmo commesso degli errori e che avremmo avuto bisogno di un Salvatore. Sa quanto sia grande la distanza tra dove ci troviamo noi e dove si trova Lui, e per questa ragione Egli desidera che crediamo di poter davvero cambiare.

Quindi non c’è da chiedersi se inciamperemo e cadremo, vacilleremo o esiteremo, ma piuttosto come risponderemo quando questo accadrà. Ci tireremo su, ci scuoteremo la polvere di dosso e proveremo di nuovo? O cederemo alla disperazione e al disincanto?

Riconosceremo di aver bisogno del Salvatore per essere rinnovati e redenti da questo stato decaduto, o ci arrenderemo all’influenza del mondo e alle lusinghe dell’avversario?

Anziano Bruce C. Hafen pone la questione in questo modo:

Dunque, se nella vostra vita incontrate delle difficoltà, non pensate che ci sia qualcosa di sbagliato in voi. Lottare con quei problemi è l’essenza stessa dello scopo della vita.

Nell’avvicinarci a Dio, Egli ci mostrerà le nostre debolezze, e mediante esse ci renderà più saggi, più forti. Se riscontrate molte più debolezze in voi, può significare che vi state avvicinando maggiormente a Dio, non allontanando.

Camminare in novità di vita: La possibilità di cambiare

Camminare in novità di vita: La possibilità di cambiareIn un certo senso, tuttavia, vedere le nostre debolezze è la parte facile. La parte difficile è scorgere una via d’uscita.

Possiamo citare tutte le scritture che parlano di un possente mutamento di cuore (vedere Alma 5:14), di spogliarsi dell’uomo naturale per divenire santi (vedere Mosia 3:19), e di cose deboli rese forti (vedere Ether 12:27) ma sappiamo davvero cosa tutto questo voglia dire?

Ci crediamo realmente — abbastanza da sperimentare su noi stessi un cambiamento possente?

Conoscendo la nostra tendenza a vedere le cose soltanto per come sono e non per come potrebbero essere, sembra che il Signore utilizzi tutti i mezzi possibili per istruirci, persuaderci, e convincerci amorevolmente che è possibile cambiare — che a prescindere dalla strada intrapresa fino a questo momento, possiamo in vero “camminare in novità di vita.”

Gli eventi che celebriamo durante la Pasqua forniscono un esempio eccellente. Per certo non è una coincidenza che il sacrificio e la resurrezione del Salvatore, insieme alla promessa di una rinnovata vita fisica e spirituale, ebbero luogo in primavera.

Chi può assistere alla comparsa di boccioli colorati su rami che sembravano così aridi e morti per tutto l’inverno senza meravigliarsi della miracolosa rigenerazione che la terra compie ogni anno?

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L’arrivo della primavera dopo un lungo, freddo inverno è una possente dichiarazione del fatto che la rinascita è sempre possibile. È una conferma annuale della nostra speranza in una vita nuova e una rinnovata vita, una rassicurazione dolce e tenera di speranza incentrata su Gesù Cristo.

Immagino che non dovrebbe sorprenderci che il Maestro abbia usato il più grande supporto visivo della storia — il mondo da Lui creato — per insegnarci la Sua espiazione. Realmente “tutte le cose sono create e fatte per portare testimonianza” di Lui, incluso il netto passaggio da inverno a primavera (Mosè 6:63).

Quando Giovanni Battista predicava nel deserto, preparando il cuore delle persone a ricevere il Messia, citava questo passaggio dagli scritti di Isaia:

“Ogni valle sarà colmata ed ogni monte ed ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose saran fatte dritte e le scabre saranno appianate” (Luca 3:5; vedere anche Isaia 40:4).

Perché citava questo passaggio? Cosa hanno a che fare le valli e le montagne con l’imminente ministero ed espiazione del Salvatore? Sembra improbabile che Giovanni parlasse semplicemente di geografia e topografia. Forse tali metafore ci dicono di più sulla missione del Salvatore di quanto possiamo immaginare.

È come se Giovanni stesse dicendo: “è in arrivo un cambiamento. Pensate a qualcosa che vi sembri permanente — come una montagna. Quella montagna può essere abbassata. Questo è il grado di cambiamento reso possibile attraverso il vangelo di Gesù Cristo.

Vi sono cose nella vostra vita che sembrano essere insormontabili? Possono essere superate. La vostra vita vi sembra turbolenta o instabile? Attraverso l’espiazione di Gesù Cristo tutto questo può essere appianato. Tutto può cambiare. Voi potete cambiare.

Nonostante la vita possa talvolta sembrare imprevedibile e perfino ingiusta, Gesù Cristo è venuto nel mondo per sistemare ogni cosa.

Per quanto possiate aver commesso degli errori che vi hanno condotto su un cammino che non volevate, Gesù Cristo è venuto per raddrizzare ogni sentiero. Egli è venuto per cambiare le cose: l’oscurità in luce, la malvagità in bontà, la malattia in salute, la tristezza in gioia, la disperazione in speranza.

Le scritture sono pregne di promesse di cambiamento.

Nuove scoperte su GesùTramite Cristo, i peccati che sono rossi come il sangue possono diventare bianchi come la neve (vedere Isaia 1:18), la morte può condurre ad una nuova vita (vedere Giovanni 11: 25-26), gli schiavi possono essere resi liberi (vedere Luca 4:18), i ciechi possono vedere e i sordi sentire (vedere Mosia 3:5), coloro che fanno cordoglio possono essere confortati (vedere Matteo 5:4), coloro che hanno fame e sete possono essere saziati (vedere Matteo 5:6), e gli umili possono essere esaltati e gli orgogliosi umiliati (vedere Matteo 23:12).

Vi è così tanto del ministero terreno del Salvatore che rafforza la dottrina della vita nuova e della rinascita.

Ogni volta che guariva uno zoppo o un lebbroso, ad esempio, non soltanto restituiva a quella persona una nuova vita, ma ci insegnava riguardo alla sua capacità di guarirci spiritualmente.

Considerate il paralitico i cui amici lo calarono attraverso il tetto della casa dove si trovava Gesù, nella speranza che il Salvatore lo guarisse. A tutti era noto il male fisico che affliggeva l’uomo, ma chiari solo al Salvatore erano i suoi bisogni spirituali, e questi furono ciò a cui il Salvatore decise di far fronte per primo.

“Figliuolo, i tuoi peccati ti son rimessi” (Matteo 2:5), Egli disse, con il malcontento dei Farisei che stavano osservando e che immediatamente accusarono Gesù di blasfemia. La risposta del Maestro svelò uno degli scopi del guarire gli infermi:

“Ora, affinché sappiate che il Figliuol dell’uomo ha potestà in terra di rimettere i peccati; Io tel dico (disse al paralitico) lèvati, togli il tuo lettuccio, e vattene a casa tua” (Marco 2:10-11; vedere anche i versetti 5-11).

Ovviamente al Salvatore importava alleviare le sofferenze fisiche, ma Egli sapeva bene che questo non era il più grande fa i suoi poteri o la missione più importante. Ciò che Egli desiderava di più era offrire la rinascita spirituale, la trasformazione dell’uomo e della donna interiori.

Egli considerava gli atti di guarigione fisica come un mezzo per imprimere nella nostra mente il Suo potere di guarigione spirituale e la Sua capacità di donarci nuova vita.

Tutto ciò che il Salvatore disse o fece — tutti i cambiamenti che portò — conduce al cambiamento più importante di tutti: quello che si verifica quando un’anima “si spoglia dell’uomo naturale ed è santificato” (Mosia 3:19).

Se avete mai dubitato del fatto che Dio possa continuare ad amarvi anche quando siete inciampati e avete commesso degli errori, se vi siete mai chiesti se è davvero possibile che Dio vi conosca individualmente, seguite l’esempio di Nefi, il quale disse:

“So che Egli ama tutti i suoi figliuoli; nondimeno non conosco il significato di tutte le cose” (1 Nefi 11:17).

È sufficiente sapere — e credere — che il Padre celeste e il nostro Salvatore ci amino. L’amore di Dio è la forza più potente dell’universo. Il nostro Padre celeste ci ama di un amore perfetto, incessante e totale. Se glielo permettiamo, il Suo amore ci trasformerà.

[Presidente] Russell M. nelson ha riassunto questo concetto con questa possente testimonianza:

Possiamo cambiare il nostro comportamento. I nostri desideri possono cambiare. In che modo? C’è un solo modo. Il vero cambiamento — quello permanente — può avvenire solo tramite la guarigione, la purificazione e il potere dell’Espiazione di Gesù Cristo che ci dà forza.

Egli vi ama — ognuno di voi! Egli vi permette di accedere al Suo potere se obbedite ai Suoi comandamenti, con entusiasmo, con convinzione e con esattezza. È così semplice e certo. Il vangelo di Gesù Cristo è un vangelo di cambiamento!

Camminare in novità di vita: Permettete agli altri di cambiare

Opposizione in tutte le coseLa maggior parte di noi conosce “Canto di natale” di Charles Dickens. In questo racconto classico di redenzione, lo spirito di Jacob Marley, appesantito dalle catene dell’egoismo forgiate in vita, fa visita al suo vecchio collega in affari, il meschino Ebenezer Scrooge, per metterlo in guardia dalle conseguenze della sua avarizia.

Poiché Marley da avvio ad una seria di visitazioni spiritiche, non tutto è perduto per Scrooge, il quale vede il suo passato, presente e futuro ed è sottoposto ad un mutamento di cuore.

Questa storia commovente ci tocca perché ci ricorda in modo così possente che chiunque può cambiare — persino un vecchio insensibile che è letteralmente la personificazione di un egoismo burbero. Se c’è speranza per Scrooge, c’è speranza per ognuno di noi.

Ma vi è un tragico risvolto in questa storia che non viene mai risolto completamente. Quando sentite il nome “Scrooge”, cosa vi viene in mente?

Il dizionario della lingua Inglese Merriam-Webster definisce Scrooge come “una persona avara — e non come qualcuno che era avaro un tempo ma che, avendo ricevuto una seconda occasione, sceglie di trasformare la sua vita e condividere la ricchezza che possiede con coloro che sono meno fortunati.

Solo “una persona avara”. Anche se tutti sanno come finisce la storia di Scrooge, il suo nome è tuttavia entrato nel nostro immaginario (e dizionario) secondo la personificazione di ciò che egli era in passato — e non di quello che diventò in seguito. Il povero Scrooge è reso immortale dal suo passato dismesso, e non dal suo futuro di ravvedimento.

Forse il modo in cui ricordiamo i personaggi delle storie di Natale è irrilevante; nondimeno, ciò che pensiamo dei nostri amici, vicini e familiari è di vitale importanza.

Ci capita di definire le persone per ciò che sono state piuttosto che per ciò che sono adesso o possono diventare? La capacità di accettare il cambiamento nella nostra vita è strettamente connessa, io credo, alla nostra capacità di accettarlo nella vita degli altri.

A volte rimaniamo testardamente ancorati al passato e rifiutiamo di lasciare che gli altri cambino e crescano. Forse, ricordare le persone per come le conoscevamo un tempo è semplicemente una tendenza umana innata.

Quando Gesù istituì il sacramento tra i Nefiti, insegnò ai Suoi discepoli che non dovevano scacciare gli indegni o persino gli impenitenti.

Con un amore totale e una prospettiva eterna, il Signore esortò i discepoli a pregare per quelle persone e continuare a ministrare tra loro, “poiché non sapete se non tornerà e si pentirà, e verrà a me con pieno intento di cuore, ed io lo guarirò” (3 Nefi 18:32; enfasi aggiunta).

Semplicemente non sappiamo cosa può portare il futuro e come la vita può cambiare in meglio. Il capitolo finale non è ancora stato scritto per la vita di nessuno.

Anziano Holland ci ha esortato:

Lasciate che le persone si pentano. Lasciate che le persone crescano. Credete che le persone possano cambiare e migliorare… Se qualcosa è sepolta nel passato, lasciatela dov’è. Non continuate a tornarvi con il secchiello e la paletta per dissotterrarla, sbandierarla, e lanciarla addosso a qualcuno, dicendo, “Hey tu! Te lo ricordi questo?” Splat!

Beh, indovinate un po’. Probabilmente la conseguenza sarà che la persona in questione tirerà fuori qualche orrendo pezzo dalla vostra discarica e risponderà: “Sì, me lo ricordo. E tu ricordi questo?” Splat!

E in men che non si dica tutti escono da quello scambio sporchi di terra e fango, infelici e feriti, quando ciò per cui Dio, il nostro Padre celeste, ci supplica è la purezza, la gentilezza, la felicità e la guarigione.

Emuliamo invece l’atteggiamento del nostro paziente, amorevole Padre, descritto meravigliosamente da anziano Richard L. Evans:

Il nostro Padre celeste non è un arbitro che cerca di escluderci. Non è un avversario che cerca di beffarsi di noi. Non è un accusatore che cerca di condannarci. È un amorevole Padre che desidera la nostra felicità e progresso eterno… e che ci aiuterà in ogni modo se solo gli daremo l’opportunità, nella nostra vita, di farlo con obbedienza, umiltà, fede e pazienza.

Non molto tempo fa mi trovavo al tempio quando un lavorante mi si avvicinò per salutarmi. Egli disse: “Non mi riconosci, vero?”.

Diedi un’occhiata veloce alla sua targhetta, e dei ricordi cominciarono ad affiorare. Mi ricordò di essere stato “un ribelle alle scuole superiori”. Cominciai a ricordarmi di lui. Frequentai le scuole medie e superiori con lui. Non lo vedevo dal diploma, molti decenni orsono.

germoglioCon un certo dispiacere, riconobbe di essere stato “selvaggio e imprevedibile” durante gli anni dell’adolescenza. Ma ora eccolo, quasi quarant’anni più tardi, quale lavorante del tempio. Possedeva una luce spirituale e una calda allegria da cui fui ispirato e che toccarono il mio cuore.

Pensai, ancora una volta, a quanto fossi grato per il vangelo di Gesù Cristo, il vangelo di cambiamento e rinascita che ci da potere e ci consente di “camminare in novità di vita”.

Il presidente James E. Faust, in un articolo preparato poco prima di venire a mancare, ci diede questo consiglio incoraggiante:

A ognuno di noi è stato dato il potere di cambiare la propria vita. Come parte del grande piano di felicità del Signore, abbiamo individualmente il libero arbitrio di prendere decisioni. Possiamo decidere di fare meglio e di diventare migliori…

Ogni alba può essere l’inizio di un giorno nuovo in cui cominciamo a cambiare. Possiamo cambiare l’ambiente che ci circonda. Possiamo cambiare la nostra vita sostituendo le vecchie abitudini con altre migliori. Possiamo plasmare il carattere e il futuro mediante pensieri più puri e azioni più nobili…

Teniamo presente che il potere di cambiare è molto reale ed è un grande dono spirituale proveniente da Dio (James E. Faust, Il potere di cambiare, Liahona Novembre 2007)

Davvero, non vi è niente di più bello che vedere una vita nuova e una vita rinnovata. Questa speranza e promessa è incentrata sull’amore totale del Salvatore, ed è il più dolce, più tenero e, credo, più bel principio del vangelo.

Ogniqualvolta vediamo un fiore primaverile, ogni volta che leggiamo dei miracoli del Salvatore, ogni volta che assistiamo al miracolo della rinascita spirituale di uno dei nostri cari, riceviamo il messaggio che il nostro amorevole Padre celeste sta cercando di inviarci: Egli vuole che cambiamo, Egli sa che possiamo cambiare, Egli ha preparato una via affinché cambiassimo, e ci aiuterà a “camminare in novità di vita” ad ogni passo.

“Camminare in novità di vita”: un vangelo di cambiamento e di rinascita è stato pubblicato su byu.edu e tradotto da Ginevra Palumbo.

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