Il libro di Ester racconta la storia di una giovane Ebrea rimasta orfana che, grazie ad una serie di avvenimenti orchestrati da Dio, divenne regina e si trovò nella posizione di evitare lo sterminio del popolo Ebraico, durante il regno del re di Persia Artaserse I. 

Dio mise le persone giuste nel posto giusto al momento giusto, affinché potesse realizzare i Suoi scopi; ma facciamo un salto indietro di qualche secolo per avere un’idea più chiara sul contesto storico in cui si svolge la vicenda. 

Il contesto storico

Gerusalemme cadde

Siege of Jerusalem

Quando Gerusalemme cadde, gli ebrei furono condotti a Babilonia. La stessa Babilonia cadde poi nel 539 a.C. per mano del sovrano persiano Ciro il Grande, al quale dopo otto anni seguì Dario I.

Secondo il racconto biblico, uno dei primi atti di Ciro, il conquistatore persiano di Babilonia, fu quello di incaricare gli esuli ebrei di tornare a Gerusalemme e ricostruire il loro Tempio.

Tuttavia, inizialmente la maggior parte di essi non fece ritorno.

Molti Ebrei rimasero a Babilonia o si dispersero in altre terre dell’area, compresa la Persia, formandovi importanti colonie.

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Questa dispersione fa parte della cosiddetta diaspora. Si erano abituati ad altri luoghi e la Persia era uno di questi. Per avere un’idea, Babilonia corrisponde all’odierno Iraq e la Persia all’odierno Iran.

All’inizio del libro di Ester si parla di un grande re di Persia, che governa gran parte del mondo conosciuto. È potente e autorevole. La sua parola è legge in un’ampia fascia della civiltà conosciuta.

Nella Bibbia il suo nome è Assuero, ma la traslitterazione persiana-greca più comune è Artaserse.

Molti studiosi ritengono che Assuero sia effettivamente Artaserse I, definito “re dei Persiani e dei Medi”. Questi regnò dal 486 al 465 a.C.

È in questo scenario socio-culturale che ha luogo la storia di Ester

Il libro di Ester: il prologo

Il libro di EsterIl libro di Ester si apre con la descrizione di un banchetto.

Si tratta dei festeggiamenti indetti da re Assuero col fine di mostrare ai principi del regno i fasti e le ricchezze acquisite nei primi tre anni del regno.

Tra le conquiste che Assuero riteneva più meritevoli vi era sua moglie, la regina Vashti. Egli infatti la convocò affinché potesse mostrare ai commensali la sua estrema bellezza.

La regina, tuttavia, si rifiutò. Bisogna tenere a mente che i festeggiamenti andavano avanti da molti giorni, forse mesi, e si suppone che tutti gli invitati fossero più che ebbri a causa del vino reale offerto loro dal re. 

“Si porgeva da bere in vasi d’oro di forme svariate, e il vino reale era abbondante, grazie alla liberalità del re (Ester 1:7)”.

È possibile che la regina abbia ritenuto poco dignitoso, se non addirittura pericoloso per lei, in quanto regina, acconsentire alla richiesta del re. 

Poiché però aveva disobbedito (cosa imperdonabile) e nel timore che le mogli dei principi delle altre province del regno potessero seguire il suo esempio e cominciare a ribellarsi ai propri mariti, il re decise, consigliato dal suo entourage, di dare una punizione esemplare alla moglie, spogliandola del titolo di regina e bandendola da palazzo.

Non sappiamo molto altro su cosa successe in seguito a Vashti, tranne che la sua punizione fu sicuramente ingiusta.

Ma è questo episodio che spianò la strada a Ester affinché potesse trovarsi nel posto giusto, al momento giusto, e compiere la missione che Dio le avrebbe affidato.

Ester e Mardocheo

Il capitolo 2 del libro di Ester ci mostra in che modo questa fu scelta per essere regina.

Ester

LDS.org

A seguito della deposizione della regina Vashti, il re Assuero comandò che tutte le più belle vergini del regno fossero condotte a palazzo affinché potesse scegliere tra queste la futura regina.

È a questo punto che conosciamo Mardocheo ed Ester. 

Poco si sa con certezza sulle origini di Mardocheo. Egli proveniva dalla tribù di Beniamino e pare che il suo bisnonno fosse stato portato in cattività durante la prima deportazione ebraica a Babilonia.

Alcuni scrittori ebrei ritengono che ricoprisse un’alta carica nella gerarchia persiana che gli permise di accedere alla corte.

Dalla narrazione biblica emerge che era un Ebreo devoto con una grande fede in Geova. Era anche coraggioso, schietto e pratico.

Dal fratello di suo padre nacque una figlia a cui fu dato il nome di Adassa, che in ebraico significa “mirto”.

In tutti i documenti sacri, tuttavia, viene chiamata con il suo nome persiano, Ester, che significa “stella”. Alla morte dei genitori, Mardocheo la adottò e la crebbe nella sua casa.

Le scritture ci dicono:

Egli aveva allevato la figlia di suo zio, Adassa, che è Ester, perché ella non aveva né padre né madre; la fanciulla era formosa e di bell’aspetto; e alla morte del padre e della madre, Mardocheo l’aveva adottata come figlia.

E quando l’ordine del re e il suo editto furono divulgati, e un gran numero di fanciulle furono radunate nella residenza reale di Susa sotto la sorveglianza di Egai, Ester fu portata anche lei nella casa del re, sotto la sorveglianza di Egai, guardiano delle donne.

La fanciulla piacque a Egai, ed entrò nelle sue buone grazie; egli si affrettò a fornirle i cosmetici di cui aveva bisogno e i suoi alimenti, le diede sette donzelle scelte nella casa del re, e assegnò a lei e alle sue donzelle l’appartamento migliore della casa delle donne.

Ester non aveva detto nulla né del suo popolo né del suo parentado, perché Mardocheo le aveva proibito di parlarne.

Il fatto che Ester non rivelò subito di essere Ebrea fu un altro avvenimento cruciale per la buona riuscita della sua missione. 

Ester scelta come regina

Il libro di Esther

Esther chiesa a mosaico di dormizione sul monte Zion Jerusalem.

Ogni giovane avrebbe avuto dodici mesi di tempo per purificarsi e prepararsi ad incontrare il re. 

Adam Clarke ha osservato che “dovevano essere scelte le più belle tra le giovani vergini di tutte le province di Babilonia; e queste furono prese indistintamente da tutte le classi sociali; di conseguenza dovevano essercene molte che erano state allevate in modo umile”.

L’affermazione che ogni vergine poteva prendere “tutto ciò che desiderava” (v. 13) sembra implicare che potesse scegliere gioielli e altri ornamenti per fare l’impressione più favorevole.

Ester non si avvalse di questo privilegio, ma prese solo ciò che Egai, l’eunuco del re, o custode dell’harem, le diede. Doveva essere di una bellezza notevole per essere scelta dal re.

È anche probabile che i giorni di purificazione servissero ad addestrare ed educare le fanciulle alle usanze della corte del re, oltre che a purificarsi fisicamente.

Quando venne il turno di Ester ecco cosa accadde:

15 Quando venne la volta per Ester — la figlia di Abiail, zio di Mardocheo che l’aveva adottata come figlia — di andare dal re, ella non domandò altro all’infuori di quello che le fu indicato da Egai, eunuco del re, guardiano delle donne.

Ed Ester si guadagnava il favore di tutti quelli che la vedevano.

Ester fu dunque condotta da re Assuero, nella casa reale, il decimo mese, che è il mese di Tebet, il settimo anno del suo regno.

E il re amò Ester più di tutte le altre donne, ed ella trovò grazia e favore ai suoi occhi più di tutte le altre fanciulle.

Egli le pose in testa la corona reale e la fece regina al posto di Vashti.

In questo stesso capitolo troviamo un episodio all’apparenza insignificante che però fu determinante nel prosieguo della storia.

Mardocheo, venendo a conoscenza di un complotto per uccidere il re, riuscì a smascherarlo, salvandogli così la vita.

In quei giorni, mentre Mardocheo stava seduto alla porta del re, Bigtan e Teresh, due eunuchi del re fra le guardie della soglia, irritatisi contro re Assuero, cercarono di attentare alla sua vita.

Mardocheo, avuto sentore della cosa, ne informò la regina Ester, ed Ester ne parlò al re a nome di Mardocheo.

Investigato e verificato il fatto, i due eunuchi furono impiccati a un legno; e la cosa fu registrata nel libro delle Cronache, in presenza del re.

Il complotto di Aman

Il capitolo 3 del libro di Ester comincia così:

Dopo queste cose, re Assuero promosse Aman, figlio di Ammedata, l’Agaghita, e lo innalzò e pose il suo seggio al di sopra di quelli di tutti i principi che erano con lui.

E tutti i servi del re che stavano alla porta del re si inchinavano e si prostravano davanti ad Aman, perché così aveva ordinato il re a suo riguardo. Ma Mardocheo non si inchinava né si prostrava. (Ester 3:1-2)

Ester e Mardocheo

ESTHER BEFORE AHASUERUS, by Artemisia Gentileschi, 1620-50

Aman, da uomo malvagio e orgoglioso quale era, si infuriò molto per il fatto che Mardocheo non si inchinava mai al suo passaggio.

Essendo un uomo fedele a Dio, probabilmente Mardocheo rifiutò di inchinarsi davanti ad Aman per rispettare il comandamento di non adorare nessuno all’infuori di Dio.

Aman, infatti, non si aspettava semplicemente che le persone si inchinassero in segno di rispetto. Egli desiderava essere adorato. 

Sapendo che Mardocheo era un Giudeo, il suo astio e la sua collera indussero Aman a convincere il re ad emanare un editto affinché tutti i Giudei in tutte le province del regno fossero distrutti, adducendo che vi era “un popolo appartato e disperso fra i popoli di tutte le province del […] regno, le cui leggi sono diverse da quelle di ogni altro popolo, e che non osserva le leggi del re”.

Inoltre, promise al re che le ricchezze guadagnate una volta distrutti tutti i Giudei sarebbero entrate nelle casse del regno.

Il re quindi diede ad Aman l’anello con cui era solito apporre i sigilli agli editti reali e gli diede carta bianca.

La legge stabiliva che gli editti del re, una volta emanati, non potessero in nessun modo essere revocati, e questo rendeva la faccenda ancora più preoccupante per i Giudei. 

A questo punto accade qualcosa di interessante, dove è possibile scorgere nuovamente l’impronta di Dio.

Per decidere il giorno in cui l’editto sarebbe entrato in vigore, Aman tirò a sorte, e la sorte cadde su un giorno del mese e un mese dell’anno distante circa 11 mesi.

La cosa non dispiacque ad Aman, il quale pensò che anche se i Giudei avessero deciso di fuggire prima di quella data, il regno sarebbe comunque stato liberato dalla loro presenza.

Mardocheo in qualche modo venne a sapere del fatto e chiese aiuto ad Ester.  

La scelta coraggiosa di Ester 

Tuttavia, ciò che le chiese di fare non era assolutamente facile o senza conseguenze.

la regina Ester

Edwin lunga – la regina Ester

Mardocheo chiese ad Ester di svelare al re le sue origini giudaiche e di intercedere in favore del popolo affinché venisse risparmiato.

Per quanto ai nostri giorni quella che si prefigurava possa sembrare una semplice conversazione tra marito e moglie, tale non era per quei tempi.

Qualcuno poteva conferire con il re soltanto nel caso in cui fosse stato convocato esplicitamente dal re stesso. Recarsi in presenza del re senza permesso era un reato capitale, pena la morte. 

Ester fece presente a Mardocheo che erano passati più di trenta giorni dall’ultima volta che il re l’aveva convocata, ipotizzando di aver perso il suo favore, pertanto la sua richiesta poteva comportarne la morte.

A quel tempo i re orientali erano soliti avere numerose mogli, che comparivano alla sua presenza solo se esplicitamente convocate e non si prendevano l’onere di vederlo.

Mardocheo rispose così:  

Poiché se oggi tu taci, soccorso e liberazione sorgeranno per i Giudei da qualche altra parte; ma tu e la casa di tuo padre perirete; e chi sa se non sei diventata regina appunto per un tempo come questo?” (Ester 4:14).

In altre parole, Mardocheo disse a Ester che forse si trovava in quelle precise circostanze in quel preciso momento proprio per questo scopo.

È anche implicito che la bellezza di Ester fosse un dono di Dio per metterla nella condizione di ottenere il favore del re e salvare il suo popolo.

Anche se Dio non viene menzionato in nessuna parte del libro, da questo scambio è evidente che i due personaggi erano consapevoli che dietro ognuna di queste “coincidenze” era presente la mano del Dio d’Israele.

A questo punto, alla regina non restò altra scelta che acconsentire alla richiesta di Mardocheo, al quale rispose:

“Va’, raduna tutti i Giudei che si trovano a Susa, e digiunate per me; state senza mangiare e senza bere per tre giorni, notte e giorno.

Anch’io con le mie ancelle digiunerò nello stesso modo; e dopo entrerò dal re, sebbene ciò sia contro la legge; e, se io devo perire, che io perisca” (Ester 4:16).

Una vera dimostrazione di fede e coraggio.

Ester sapeva che avrebbe avuto bisogno di tutto l’aiuto del cielo per potere riuscire in tale impresa, quindi chiese a Mardocheo e al popolo di unire alla sua la loro fede tramite il digiuno e la preghiera.

Durante i tre giorni Ester ebbe il tempo di prepararsi per entrare alla presenza del re, escogitare un piano per consegnare il messaggio nel modo migliore possibile e raccogliere tutto il suo coraggio.

Come si legge nel capitolo 5 il digiuno e le preghiere del popolo giudaico funzionarono perché tutte le cose si mossero in modo tale da favorire Ester e la sua richiesta al re. 

I piani di Aman smascherati

I piani di Aman smascherati

‘Ahazuerus, Haman and Esther’, Rembrandt

Al termine dei tre giorni di digiuno, nonostante il rischio cui sapeva di andare incontro, Ester si recò dal re.

Quando il re la vide ne fu molto contento, stese verso di lei lo scettro, segno che il re aveva accettato la visita di Ester anche se non era stato lui a chiamarla, e le chiese quale fosse la sua richiesta.

Sarebbe stato pronto a consegnarle finanche la metà del regno.

In quel momento Ester si limitò ad invitarlo ad un convito, e da lì ad un altro convito per il giorno seguente al quale fu invitato anche Aman. 

Per qualche motivo, durante la notte il re non riuscì a prendere sonno pensando agli affari del regno.

Chiese che gli fosse portato il libro delle cronache del regno di Persia, e casualmente la pagina si aprì sul resoconto in cui Mardocheo aveva salvato la vita del re smascherando il complotto contro di lui.

Il re chiese ai suoi servitori quali onori fossero stati conferiti a Mardocheo per il gesto che aveva fatto. Gli venne comunicato che non gli era stato conferito alcun onore.

Molto ironicamente, in quel momento sopraggiunse Aman, al quale il re chiese cosa si sarebbe potuto fare per rendere onore ad un uomo meritevole.

Nella sua alterigia, pensando che il re stesse parlando di lui, Aman suggerì di ricoprire l’uomo di uno dei mantelli indossati dal re, di fargli montare uno dei cavalli del re e farlo sfilare per le vie della città.

Non è difficile immaginare lo stupore di Aman quando scoprì che gli onori erano destinati a Mardocheo.

Il giorno seguente, il re e Aman si recarono al banchetto di Ester. Nuovamente il re chiese quale fosse la sua richiesta, e questa rispose:

“Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, o re, e se così piace al re, la mia richiesta è che mi sia donata la vita; e il mio desiderio, che mi sia donato il mio popolo.

Perché io e il mio popolo siamo stati venduti per essere distrutti, uccisi, sterminati.

Ora se fossimo stati venduti per diventare schiavi e schiave, avrei taciuto, poiché non ci sarebbe stata una distretta tale da importunare il re” (Ester 7:3-4).

A quel punto il re Assuero chiese alla regina chi avesse fatto una tal cosa. Ester rispose che era stato Aman. Il re arrabbiato si alzò e si recò nel giardino del palazzo.

Aman, preso dal timore, rimase per implorare la regina di risparmiargli la vita e nel farlo cadde su di lei. 

Al suo ritorno, trovando questa scena e pensando che Aman stesse tentando di approfittare della regina, il re decise di condannare Aman a morte. 

Purtroppo, non potendo revocare del tutto l’editto emanato da Aman, il re emanò immediatamente un altro editto che permetteva ai Giudei di difendersi e sterminare chiunque avesse tentato di togliere loro la vita.

In questo modo il popolo giudaico fu salvo. 

Da quel giorno, gli Ebrei cominciarono a celebrare una festa in onore della liberazione avvenuta per mano di Ester, chiamata Purim, che continua ancora oggi. 

La festa del Purim

I purim (plurale di pur), che vuol dire lotti, usati da Aman (vedere Ester 3:7) per determinare il giorno della distruzione degli Ebrei, erano ora visti dagli Ebrei come una grande benedizione.

La festa del PurimIl fatto che il sorteggio fosse caduto in un giorno lontano nel futuro permise a Ester e Mardocheo di avere il tempo di salvare il popolo.

Per celebrare questa grande liberazione, gli Ebrei diedero vita a una nuova festa. Si chiama Purim per i lotti tirati da Aman ed è una festa di grande gioia.

Uno scrittore ebreo moderno ne ha descritto la celebrazione:

“Purim è la cosa più vicina al carnevale dell’Ebraismo. È un’altra festa di luna piena, che cade il quattordici di Adar, di solito a febbraio o marzo.

L’origine del giorno sacro si trova nel Libro di Ester. L’occasione è, naturalmente, la famosa liberazione degli Ebrei persiani dal loro oppressore Aman […]

Il giorno che precede Purim è il Digiuno di Ester, un’astensione dal cibo che va dall’alba al tramonto. Al tramonto le sinagoghe si riempiono.

La differenza maggiore tra questa e tutte le altre occasioni dell’anno ebraico è il numero di bambini presenti. Purim è la notte dei bambini nella casa del Signore.

Al di là dell’allegria, la festa comporta quattro obblighi religiosi: ascoltare la lettura della Megillah (il rotolo di Ester), distribuire con generosità del denaro ai poveri, fare una festa e scambiare regali con i vicini e gli amici.

Quest’ultima istituzione è la Shalakh Manos, l’invio di doni: cose che possono essere mangiate e bevute il giorno stesso” (Herman Wouk, Questo è il mio Dio).

Conclusioni

La storia contenuta nel libro di Ester può sembrare quasi una favola inventata, ma chi crede in Dio sa bene che non lo è.

Il Libro di Ester

Esther, Ahasuerus, and Haman, courtesy of the Cleveland Museum of Art.

È una storia come tante tra quelle nelle scritture in cui è possibile vedere la mano del Padre celeste. Egli fece in modo che la nobile regina Vashti perdesse il suo posto.

Organizzò un concorso per sostituirla. Fece in modo che Ester partecipasse al concorso. Fece in modo che Mardocheo avesse accesso sia a Ester sia agli affari del regno.

Fece in modo che si tirasse a sorte per avere un preavviso di undici mesi prima che gli Ebrei andassero incontro al loro destino, consentendo a Ester di avere il tempo di mettere in atto il suo piano. 

Dio fece in modo che il decreto che prevedeva l’uccisione degli ebrei fosse emanato da privati invece che dall’esercito di Persia, cosa che sarebbe stata molto più difficile da fermare.

Fece in modo che Ester ritardasse la sua richiesta, chiedendo prima un banchetto con il re e poi un secondo banchetto.

Fece in modo che la rabbia di Aman raggiungesse il culmine in un giorno particolare, quando avrebbe significato la sua totale caduta.

Dio fece in modo che Assuero passasse una notte insonne e prendesse in mano un certo libro dove “per caso” avrebbe letto il passo su Mardocheo. 

La mano del Signore è davvero nei dettagli della nostra vita, sebbene ognuno di noi abbia il proprio libero arbitrio.

Dio elabora i suoi piani eterni e i suoi giusti scopi secondo la propria saggezza.

Le sue vie non sono le nostre vie e dobbiamo usare gli occhi della fede per vedere chiaramente che egli ha sempre in mente il nostro bene. Siamo suoi figli e lui vuole il meglio per noi.

A volte è difficile capire che le cose che ci mettono alla prova sono in realtà per il nostro bene, perché ci rendono forti.

Il Signore ha bisogno che ognuno di noi compia la propria parte nell’edificazione del suo regno in questa dispensazione finale.

Possiamo essere strumenti nelle sue mani per realizzare i suoi scopi in “un tempo come questo”.

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