Quasi 20 anni fa, McKeown era un missionario della chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni appena ritornato dalla sua missione. I suoi piani avevano sempre previsto di tornare a casa in Inghilterra, studiare legge e diventare un avvocato.

Durante un viaggio nello Utah però, mentre si trovava fuori dagli uffici della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni a Salt Lake, riprogrammò la sua intera vita.

In quel periodo McKeown sentiva un profondo desiderio di “fare esattamente ciò che Dio voglia che io faccia”. Per qualche ragione, i suoi piani non gli sembravano più così attraenti e bramava “un’avventura migliore o comunque un’avventura diversa”.

McKeown si trovava nello Utah per visitare un amico ed in quell’occasione ebbe l’opportunità di incontrare Anziano Gerald N. Lund.

In seguito al loro incontro, McKeown si sedette con un pezzo di carta in mano mentre pensava: “Cosa faresti se potessi fare qualsiasi cosa?”

“Se non dovessi continuare a fare quello che stai facendo? Se potessi sognare in grande, se potessi sognare in modo diverso, cosa sogneresti?”

McKeown si ricorda di come stava riflettendo su queste cose. “Ciò che ho notato dopo aver finito non era quello che avevo scritto sul foglio, ma ciò che non avevo incluso nella lista, ossia la scuola di legge”.

“Essenzialismo” (Dritto al sodo. Come scegliere ciò che conta e vivere felici)

McKeown alla fine ottenne una laurea in giornalismo alla Brigham Young University con l’intenzione di perseguire una carriera nell’insegnamento e come scrittore.

Ottenne poi un MBA (Master in Business Administration) a Stanford. McKeown ha scritto il libro “Dritto al sodo. Come scegliere ciò che conta e vivere felici” ed insegna i principi in esso contenuti.

Il libro incoraggia chi lavora negli affari a determinare ciò che è essenziale nella vita, ad eliminare ciò che non lo è ed a rendere l’esecuzione dell’essenziale il più automatico e naturale possibile.

Già leggere queste frasi potrebbe scatenare attacchi di ansia a coloro che faticano nell’identificare una “missione di vita” o una priorità, ma lo stesso McKeown dice che questo non è necessariamente una brutta cosa.

Difatti egli stesso si descrive come un’anima “perduta”.

“Mi succede ogni giorno” dice. “Penso che in un certo senso ci siano solo due tipi di persone nel mondo. Ci sono persone che si perdono e poi ci sono persone che sanno di essersi perse.

Bisogna essere in questo secondo gruppo perché non appena riconosci di esserti perso, ritrovi te stesso perché sai cosa devi fare”.

La storia del non-essenzialismo

Secondo McKeown: “il non-essenzialismo è l’idea che tutto debba essere fatto e che tu debba fare tutto. Ogni cosa ha la stessa importanza e quindi si deve provare a fare tutto. L’idea è questa: se posso fare tutto, posso avere tutto”.

Questa è un’idea che, dice McKeown, cominciò a emergere in seguito alla rivoluzione Industriale.

“La parola ‘priorità’ comparve nella lingua inglese nel 15° secolo ed era, al tempo, singolare: la cosa che aveva la precedenza, una sola cosa” spiega McKeown.

“Rimase singolare per i successivi 500 anni fino a che in risposta alla Rivoluzione Industriale la gente cominciò ad usare il termine ‘priorità’ al plurale.

Ma che significato ha questa parola? Puoi davvero avere tante, tante, tante cose che abbiano la precedenza sulle altre cose? Non puoi.

Il succo di questa parola, la ragione per cui tale parola è utile è proprio il fatto che indica la prima cosa, una sola.

Questo indica in parte il cambiamento avvenuto durante la Rivoluzione Industriale, un cambiamento verso un mondo di macchine e di efficienza”.

La seconda generazione del non-essenzialismo ha le sue radici nel post seconda guerra mondiale, quando, dice McKeown:

“Ci fu uno sforzo deliberato da parte di alcuni governanti nel fare del consumismo l’antidoto per la sofferenza causata dai danni enormi di questa guerra che l’intero mondo occidentale aveva subito”.

Il risultato fu una “gara a chi ha più roba”, dice McKeown.

La terza generazione è quella in cui noi viviamo oggi. McKeown crede che negli ultimi 10 anni “Siamo passati dall’essere connessi all’essere iper-connessi”.

“Una volta questa gara a chi ha di più e le cose più belle si limitava alle persone che potevamo vedere fisicamente,” continua McKeown: “se casa tua non era bella quanto quella del tuo vicino di casa, forse ti mettevi a confronto con lui ma finiva lì… Ora è una gara con chiunque nel mondo… Vediamo solo il meglio della vita degli altri, del loro mondo, ed è questo che manda tutto il meccanismo in corto circuito”.

L’essenzialismo attraverso la lente del Vangelo

Mentre descrive questi principi tramite il punto di vista del Vangelo, McKeown riesce a trasportare con naturalezza il concetto di essenzialismo nel mondo delle aziende e nelle vite personali dei Santi degli Ultimi Giorni.

McKeown presenta le tre mentalità dell’essenzialismo con la prospettiva dei tre regni di gloria e usa degli esempi dalle vite di Gesù Cristo e del Presidente della Chiesa Thomas S. Monson, per dimostrare l’importanza del padroneggiare l’essenzialismo.

Questa cultura del non-essenzialismo è talmente persuasiva che secondo McKeown potrebbe influenzare anche il modo in cui i Santi degli Ultimi Giorni studiano le scritture.

“All’improvviso potrei, se mettessi gli occhiali del non-essenzialismo… Potrei vedere solo quelle storie che dicono: ‘Devi fare di più’.

Potrei cominciare ad ignorare tutte quelle scritture che parlano di meditazione,” continua McKeown: “…Difficilmente parliamo di meditazione. Siamo troppo occupati a fare tutte le altre cose.

Pensiamoci, stiamo cercando di fare tutto perché è scritto nelle scritture o perché una mentalità è diventata talmente diffusa negli ultimi due secoli che non saremmo in grado di riconoscere chiaramente neanche ciò che è scritto sotto i nostri occhi?”

Mc Keown sostiene che un Santo degli Ultimi Giorni potrebbe capire i principi dell’essenzialismo da un punto di vista evangelico quando vengono presentati attraverso la dottrina del progresso: i tre regni di gloria.

mentalità

mentalità terrestre

mentalità celeste

Grazie ad una chiara comprensione di queste mentalità, si può guardare agli esempi di coloro le cui vite hanno rispecchiato l’essenzialismo.

Per esempio, McKeown sostiene che Gesù Cristo ha diverse volte eliminato tutto il non-essenzialismo superfluo intorno alla legge. Egli mostrò alle persone ciò che è davvero importante tramite i principi che insegnava ed il modo in cui viveva.

“Mi lascia senza parole pensare a ciò che non ha fatto durante il Suo ministro terreno” dice McKeown:

“Se pensi a tutti i posti, dalla sua nascita alla sua morte, tutti i posti che non ha visitato, tutte le persone che non ha curato… Che cosa ha fatto invece?

Un digiuno di 40 giorni nel deserto. Perché lo ha fatto? Perché si è isolato su una barca? Cercava di crearsi dello spazio per capire cosa il Padre Celeste volesse da Lui.”

“Sembrava non sentire alcun obbligo di fare ciò che ai giorni nostri va di moda.

Tutto ciò che per lui era importante invece, l’unico suo scopo, era di fare la volontà di suo Padre, secondo i tempi di suo Padre, per raggiungere gli scopi di suo Padre e per le sue ragioni. Tutto qui.”

Applicare l’esistenzialismo nella propria vita

Durante i suoi viaggi, McKeown ha scoperto che la decisione di vivere una vita essenzialista è addirittura più contro corrente di quanto pensasse mentre scriveva il libro.

Ha dichiarato: “Devi cominciare a dire ‘sì’ quando gli altri dicono ‘no’ e cominciare a dire ‘no’ quando gli altri dicono ‘sì’”.

tre gradi di mentalità

Un modo in cui McKeown ha provato recentemente ad implementare l’essenzialismo nella sua vita è quello di portare almeno uno dei suoi figli, i quali ricevono istruzione privata a casa, nei suoi viaggi d’affari con lui.

“Non solo ai miei figli resteranno questi ricordi speciali, ma la loro presenza cambia la mia esperienza” spiega: “… Queste sono cose che io non penserei mai di fare, cose che non mi verrebbe mai in mente di chiedere.”

Di nuovo, McKeown dice che è importante tenere chiaramente a mente la priorità principale.

“La priorità non è né la famiglia né la chiesa” dice: “La priorità è il capire cosa Dio voglia che noi facciamo e poi farlo.”

“Cristo non disse di dedicarsi esclusivamente alla famiglia o alla chiesa. Disse: ‘Io sono la via’, ‘Io sono la vite e voi siete i rami’.”

McKeown cita un esempio dalla vita di Presidente Monson, il quale, mentre era un giovane vescovo era seduto in una riunione e si sentii spinto a visitare un membro anziano del suo rione che stava in ospedale.

I membri della Chiesa SUG riconosceranno la storia.

Il Presidente Monson rimase alla riunione e andò in ospedale subito dopo, solo per sentirsi dire da un infermiere che “il paziente stava chiamando il suo nome appena prima di morire”.

Quella notte il Presidente Monson promise che non avrebbe mai più aspettato a rispondere ad un suggerimento dello Spirito.

McKeown li chiama “compromessi divini” e dice che il lavoro di fare la scelta giusta in tali circostanze è “il lavoro della vita”.

“La natura del piano è che non possiamo fare ogni cosa… Se non ci fossero compromessi, non ci sarebbe bisogno del libero arbitrio” spiega: “Bisogna riuscire a capire che cosa il Signore vuole che io faccia, quale sia il mio incarico dal Signore”.

McKeown spiega che Dio non lascia da soli i suoi figli nel discernere queste priorità ma ha fornito degli strumenti per scoprirle.

La chiave sta nell’avere “un cuore spezzato ed uno spirito contrito”, nell’ammettere che siamo persi e nell’essere disposti a chiedere indicazioni con l’intento di seguirle.

“Ammettendo che siamo persi, arriviamo a fare la domanda più bella, facendo domande migliori, lottando nello spirito con Lui:

‘Cosa vuoi da me? Dove vuoi che io sia? Quando vuoi che sia lì? O ci andrò domani o starò dove sono domani. Rimarrò qui dove sono per altri 10 anni se è questo ciò che vuoi che faccia.”

“Quindi se riuscite ad arrivare ad essere in quella seconda categoria di persone, allora saprete cosa fare. Dovrete semplicemente affrontare la realtà che siete persi da soli, ammetterlo e poi dovrete mettervi in ginocchio.

Poi andrete al tempio e poi leggerete le scritture, scriverete nel vostro diario e poi arriverete a fare quella domanda perché fa davvero male il non avere una risposta…

Richiede coraggio. Richiede umiltà. Ma è quello che va fatto, rivolgetevi a Lui.”

Greg McKeown ha condiviso con noi alcuni riferimenti che ha trovato nelle scritture SUG e nei discorsi delle conferenze generali sui principi del “essenzialismo”.

Luca 10:38-42
2 Nefi 9:51
Giudici 7

Julie B. Beck, Presidentessa generale della Società di Soccorso, Madri che Sanno, Ottobre 2007

Anziano Richard G. Scott, Quorum dei Dodici Apostoli, Doctrinal Foundation of the Auxiliaries