Nell’ottobre del 1849, quasi due anni dopo l’arrivo dei santi nella Valle del Lago Salato, i missionari furono chiamati a portare il Vangelo in Italia, Danimarca, Svezia e Francia ed a proseguire i lavori in Inghilterra.

Lorenzo Snow, un membro del Quorum dei Dodici Apostoli da meno di un anno, andò in Inghilterra insieme ad altri nel suo viaggio verso il continente.

Quindi, accompagnato da Joseph Toronto, un uomo di origini siciliane, e da Thomas B. H. Stenhouse, un recente convertito britannico, si diresse verso l’Italia arrivando il 23 giugno 1850.

Ebbero successo in un gruppo protestante conosciuto come “valdesi”, che viveva nella regione italiana del Piemonte.

L’anziano Snow scrisse e pubblicò “La voce di Joseph”, un trattato missionario che circolò ampiamente in tutto il nord Italia

Diresse anche la traduzione del Libro di Mormon in italiano.

Avendo ricevuto la direttiva di introdurre il vangelo in altre nazioni se le circostanze lo permettevano, nel novembre 1850 mise a parte l’anziano Stenhouse come presidente della Missione Svizzera e lo mandò in Svizzera attraverso le Alpi.

Di seguito è riportato uno schema fotografico dei luoghi, delle persone e di alcuni eventi significativi nello stabilire il Vangelo in Italia e in Svizzera.

Lorenzo Snow

L’anziano Lorenzo Snow, che introdusse il vangelo restaurato in Italia. Lasciò la sua famiglia in umili circostanze a Salt Lake City.

L’anziano Lorenzo Snow, che introdusse il vangelo restaurato in Italia. Lasciò la sua famiglia in umili circostanze a Salt Lake City.

“Il popolo italiano conosce i sacrifici strazianti che abbiamo fatto per il suo bene” scrisse “non hanno il cuore di perseguitarci”.

Dopo essere arrivato in Italia, l’anziano Snow iniziò a lavorare tra i valdesi, un gruppo protestante situato alla base delle Alpi nella valle di Lucerna.

Concentrò i suoi sforzi a La Tour, attualmente la città di Torre Pellice. La gente di quei posti era ciò che restava di una setta religiosa fondata in Francia nel dodicesimo secolo da Peter Waldo.

Spinti dalla persecuzione, avevano cercato rifugio nell’Italia settentrionale. La loro posizione isolata aveva permesso loro di conservare le loro tradizioni religiose e di preservare diversi dialetti della loro lingua madre.

Impressionato dalla prospettiva di avere successo tra queste persone, poco dopo il suo arrivò l’anziano Snow scrisse:

“Con il cuore pieno di gratitudine, trovo che un’apertura si presenti nelle valli del Piemonte, quando tutte le altre parti d’Italia sono chiuse contro i nostri sforzi.

Credo che il Signore abbia nascosto apposta questo popolo tra le montagne alpine e la voce dello Spirito dice che inizierò qualcosa di importante”.

Durante i mesi in cui rimasero a La Tour, l’anziano Snow e i suoi compagni scalarono spesso il Monte Castelluzzo, che chiamavano “Monte Brigham”, per visitare le famiglie valdesi.

Egli amava la sua bellezza naturale:

“Le nuvole avvolgono spesso queste possenti cime” scrisse “e le nascondono dal nostro punto di vista. Altre volte sono coperte di neve, mentre ai loro piedi la vite e il fico stanno maturando i loro frutti”.

Fu su questa montagna che l’anziano Snow salvò la vita di un bambino di tre anni che era vicino alla morte.

Riflettendo sull’urgenza del loro lavoro che si stava ancora muovendo lentamente, l’anziano Snow considerò la guarigione del bambino come una circostanza “di grande importanza.

Non conosco alcun sacrificio che io potrei mai fare, che non sarei disposto ad offrire, se il Signore non mi aiutasse grandemente”. Al ritorno dalla montagna egli benedì il bambino che, il giorno dopo, fu completamente guarito.

Vecchie case dei valdesi

Vecchie case dei valdesi, in cima alla montagna. Le fatiche missionarie continuarono tra queste persone dal settembre 1850 fino al 1853, quando i missionari andarono a fare proselitismo in altre aree.

Il raccolto tra i valdesi per i quali lavoravano e pregavano non si concretizzava come avevano sperato.

Appesantiti dalla tradizione religiosa, pochi tra coloro che ascoltarono il messaggio, protestante o cattolico, furono all’altezza delle sfide affrontate da quelli che osavano rompere con il passato.

Tuttavia dei 211 italiani che si unirono alla Chiesa Mormone durante quei primi anni di lavoro missionario in Italia, la maggior parte dei convertiti era valdese.

La maggior parte di chi rimase fedele emigrò in America.

I missionari erano terribilmente affranti nel vedere la povertà tra la gente. Un raccolto fallimentare aveva contribuito alla loro già disperata condizione.

E le difficoltà di quel popolo erano particolarmente difficili per agli anziani.

“Non pensare” scrisse l’anziano Snow in una lettera “che siamo tra palazzi di marmo o circondati dalle opere d’arte che adornano molte parti di questa terra meravigliosa.

Qui un uomo deve predicare di casa in casa e di tugurio in tugurio.

Qui molte abitazioni non hanno vetri alle finestre e a causa della scarsità di combustibile spesso non c’è fuoco sul focolare e durante le lunghe sere d’inverno la famiglia è rannicchiata insieme nella stalla tra i buoi, per avere un po’ di calore che non riescono a trovare altrove”.

In alto sul monte Castelluzzo c’è una roccia a strapiombo accessibile solo attraverso uno stretto passaggio.

Il 19 settembre 1852, l’anziano Snow e i suoi tre compagni missionari (l’anziano Jabez Woodard di Londra si unì a loro) salirono verso quel luogo appartato, cantarono lodi, offrirono preghiere, organizzarono ufficialmente la Chiesa in Italia e profetizzarono riguardo all’opera degli ultimi giorni.

Da allora in poi la montagna fu conosciuta tra i membri della Chiesa come “Monte Brigham” e la roccia come “La roccia della profezia”.

Due mesi dopo, il 24 novembre 1850, i quattro anziani si arrampicarono nuovamente sulla “Roccia della profezia” per eseguire ulteriori importanti ordinazioni per il proseguimento del lavoro.

Poiché l’anziano Snow sentiva che avrebbe dovuto lasciare presto l’Italia per portare il vangelo in altre zone del continente, ordinò l’Anziano Woodard al sommo sacerdozio e lo mise a parte come presidente della Chiesa in Italia.

Ordinò anche l’Anziano Stenhouse e lo incaricò di iniziare il lavoro missionario in Svizzera.

Le Alpi

Le Alpi, dalle quali l’anziano Stenhouse si recò a Ginevra, in Svizzera, nel dicembre 1850.

Due mesi dopo, l’anziano Snow fece un viaggio simile per andare a lavorare con l’anziano Stenhouse per un mese.

Con un bastone in mano attraversò i passi di montagna nel bel mezzo di una violenta tempesta di neve “a malapena sapendo” disse “se fossi morto o vivo.

Una cosa è leggere di viaggiare sulla spina dorsale dell’Europa nel profondo dell’inverno, ma farlo è molto diverso”.

la Roma protestante

Ginevra, Svizzera – chiamata dall’Anziano Stenhouse “la Roma protestante”. Qui Giovanni Calvino e altri primi riformatori hanno svolto gran parte del loro lavoro.

Quando l’Anziano Snow visitò Ginevra e dedicò la Svizzera due mesi dopo l’arrivo dell’anziano Stenhouse, fu accolto da una manciata di persone interessate alla Chiesa che divennero il nucleo di due piccoli rami che contavano venti persone, quando tornò un anno dopo.

Con l’arrivo di altri tre Anziani, il lavoro si diffuse in tutti i cantoni protestanti.

In una conferenza tenutasi a Ginevra il 25 dicembre 1853, venne riferito che 186 persone erano state battezzate e che i rami funzionavano nel Cantone di Zurigo e nel Cantone di Basilea. 

La prima persona a cui venne insegnato il Vangelo in Svizzera era un calzolaio. 

La famiglia Ruben, la prima ad unirsi alla Chiesa in Svizzera.

Significativo fu che tra i primi convertiti c’era un ministro in pensione che prestò servizio come traduttore, il proprietario della casa dell’anziano Stenhouse, un calzolaio, un editore di giornali, un amministratore dell’ospedale ed un membro dell’aristocrazia svizzera.

Queste persone si rivelarono vitali per il buon inizio della Chiesa nella loro terra.

Quando se ne presentò la necessità, la loro capacità di dirigere, le loro abilità linguistiche e le risorse finanziarie furono rese disponibili e il lavoro continuò a progredire.

Losanna, in Svizzera

Losanna, in Svizzera, dove l’Anziano Stenhouse incontrò e battezzò Serge Louis Ballif, un antenato del presidente Ezra Taft Benson.

Fratello Ballif era un uomo ricco che donò i suoi soldi per sostenere i missionari e pubblicare trattati e articoli. Servì come missionario locale, battezzò diverse famiglie e poi emigrò in America.

Più tardi ritornò in Svizzera come missionario nel 1860 e come presidente di missione dal 1879 al 1881. Suo figlio, Serge Frederick, fu presidente della Missione svizzera e tedesca dal 1905 al 1909 e dal 1921 al 1923.

Scozzese, fu arrestato ed imprigionato ripetutamente per aver predicato ed infine fu espulso dal paese. Dopo aver lasciato la Svizzera andò a Dresda, in Germania, dove insegnò a Karl G. Maeser.

Ufficio della missione a Berna, Svizzera, 1869

Nel 1869, con Karl G. Maeser come presidente di missione, la sede della Chiesa in Svizzera fu trasferita nella città di Berna. (Fotografia per gentile concessione di Three Lions)

Molti dei primi convertiti svizzeri provenivano dagli Altipiani. Erano per lo più contadini.

Mentre il proselitismo degli anziani e dei membri otteneva sempre più successo (20 battesimi nel 1851, 50 nel 1852 e 116 nel 1853), la Chiesa attirò l’attenzione del clero e della stampa.

Gli articoli della stampa locale sulla storia e sulla dottrina dei Santi degli Ultimi Giorni fece sì che l’opposizione si intensificasse.

Per tutto il 1860, le restrizioni ufficiali e le violenze contro gli Anziani stranieri misero la responsabilità di un proselitismo efficace nelle mani dei missionari locali.

La risposta coraggiosa da parte dei membri nativi continuò a dare slancio alla Chiesa.

Ma anche gli allontanamenti dalla Chiesa erano comuni, a causa della stampa negativa, delle multe, dell’incarcerazione, dell’esilio e dell’abuso fisico che i membri e i missionari talvolta ricevevano.

Ma nel 1864, il governo svizzero dichiarò che i Santi degli Ultimi Giorni dovevano essere riconosciuti come culto cristiano, dando alla Chiesa la libertà religiosa ufficiale e il diritto di riunione.

Più tardi il Consiglio federale della Svizzera dichiarò che i Santi degli Ultimi Giorni avevano diritto alla protezione della costituzione federale tanto quanto agli aderenti di qualsiasi altra fede.

Il popolo svizzero aumentò gradualmente la sua tolleranza verso la Chiesa, forse a causa della loro tradizionale riverenza per la libertà individuale e la loro noia verso la retorica anti-mormone che continuava ad arrivare dalla stampa e da alcuni pulpiti.

Nel 1875 diversi gruppi organizzati di membri della Chiesa furono trovati nei cantoni protestanti.

Intorno al 1880 e al volgere del secolo, i battesimi e il numero di anziani stranieri nel paese erano ad alti livelli e la Chiesa continuava a crescere ad un ritmo costante.

Dopo cinquant’anni di proselitismo in Svizzera, c’erano oltre un migliaio di fedeli membri, oltre ai 2.060 che erano emigrati in America.

Anni dopo, dichiarò: “C’è voluto un Karl Maeser per insegnarmi la verità”.

Fratello Kunz emigrò in America, tornò in Svizzera come missionario ed ebbe una grande famiglia in Idaho, rappresentando il primo convertito europeo.

Estratti dal diario di fratello Kunz rivelano molto sul carattere della Chiesa e sulla natura del lavoro missionario nella Svizzera rurale alla fine del diciannovesimo secolo:

“9 Febbraio 1885 – Ho scritto a casa e dopo cena sono andato a visitare sorella Spory. Comincia a piovere e nevica terribilmente.

Ho visitato Gottlief Eshler, fratello di Arnold a Montpelier, si trova a Weisenburg e sembra essere un uomo onesto.

Abbiamo fatto una tranquilla chiacchierata insieme, siamo usciti, siamo andati in una stalla ed abbiamo pregato il Signore di benedirmi nel mio viaggio burrascoso e ho chiesto di avere un riparo, cosa che ho trovato presto nella casa del suocero di fratello Spory.

Sorella Spory mi ha chiamato in casa e, con sua madre, mi ha invitato a parlare della costruzione del tempio, sostenendo che si trattasse di uno scellerato scopo segreto del sacerdozio.

Ho avuto molto da fare, perché presto ho scoperto che è una donna ben istruita ma ho difeso la causa di Sion nel modo migliore possibile e sono arrivato alla vittoria.

Ho ricevuto un buon pasto e sono stato trattato bene”.

“9 agosto – Sono andato a Gumligen e ho preso il treno per Longman e sono andato da fratello Eglia a Eisekachen.

Dopo cena sono arrivati ​​i santi e abbiamo avuto una buona partecipazione all’incontro.

Ho avuto un po’ di duro lavoro da fare con fratello e sorella Beutler ai quali stavo cercando di mostrare la necessità di emigrare, ma non sono riuscito nel mio tentativo.

Hanno concluso che non partiranno perché hanno molti debiti.

“Sono rimasto sveglio tutta la notte a causa delle pulci nel mio letto, ma è arrivata la mattina. 10 agosto – Dopo aver camminato lungo una strada, sono entrato nel Tnulee, mi sono spogliato e ho dichiarato guerra alle pulci e così è stato: mi ci sono volute ore per pulirmi.

“12 Agosto – Ho camminato verso la casa dei Reidenback ed ero molto richiesto perché c’erano alcuni parenti in visita, che desideravano ascoltare qualcosa sul mormonismo, cosa che ho fatto.

Mi sono sentito in prima classe, perché ho avuto uno splendido letto e ho riposato”.

Questo articolo è stato pubblicato sul sito lds.org e scritto da James R. Christianson. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.