Tolleranza

Gesù Cristo ha dimostrato il corretto comportamento di tolleranza verso gli altri quando Egli soccorse la donna che stava per essere lapidata per adulterio. Egli gli disse che non la condannava perché il giudizio finale viene dopo la morte, non durante la vita e le disse inoltre di non peccare più.

Dallin H. Oaks, un apostolo della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, ha parlato molto spesso riguardo all’argomento della tolleranza. Leggere: Equilibrio tra verità e tolleranza

In superficie sembra che questo sia un concetto semplice. Nella pratica reale, tuttavia, non lo è. Tollerare apertamente qualsiasi cosa getterebbe il mondo nella confusione. Renderebbe la legislazione impossibile, dal momento che richiederebbe di tollerare ogni tipo di comportamento, compreso l’omicidio.

Metterebbe in pericolo la sicurezza di chiunque. Come una società noi comprendiamo questo ed allo stesso modo comprendono le leggi.

Alcune leggi si formano facilmente. Poche persone credono che bisognerebbe tollerare il desiderio di una persona di commettere omicidio o furto, per esempio. Altre aree di comportamento, ad ogni modo, hanno sempre più sostenitori che vorrebbero cambiare le comprensioni tradizionali di comportamento per poter impostare alcuni minimi standard del mondo.

L’Anziano Oaks raccomanda un equilibrio tra la tolleranza e la verità. Questo protegge la società dal male del mondo, mentre rende possibile che persone di standard diversi possano vivere insieme.

A differenza di molti, al giorno d’oggi, i Mormoni credono nella verità assoluta, piuttosto della relatività morale. Questo significa che credono che alcune cose sono sempre vere, a prescindere che essi siano alla moda oppure no.

La verità assoluta deve essere difesa dalle persone di fede. Dio ha promesso delle benedizioni per chi lo onora e delle penalità per chi lo ignora, e queste benedizioni e penalità vengono spesso applicate a tutte le nazioni.

L’Anziano Oaks fa notare che le persone che credono nel relativismo morale hanno la vita più facile- almeno in apparenza- quando si parla di tolleranza:

“Se una persona ha scarsa fede in Dio e poche certezze morali, avrà meno occasioni di doversi mostrare tollerante davanti alle idee o alle pratiche degli altri. Ad esempio, un ateo non deve decidere quali espressioni profane o blasfeme si possono tollerare e in quali circostanze, e quali invece si devono respingere.

Coloro che non credono in Dio, o nella verità assoluta sulle questioni morali, possono pensare di essere le persone più tolleranti. Per loro quasi tutto diventa accettabile. Questo sistema di credo è capace di tollerare praticamente ogni comportamento o persona.

Sfortunatamente, alcuni di coloro che credono nel relativismo morale sembrano avere qualche problema a tollerare quelli che sostengono che vi è un Dio che va rispettato e che esistono valori morali assoluti che vanno osservati.”

Boyd K. Packer, un apostolo Mormone, sottolinea che questo tipo di persone, spesso, chiede tolleranza ma di rado la offrono agli altri che sono in disaccordo con la loro visione, la quale sostiene che non esiste una verità assoluta. Chiedono tolleranza ma di solito solamente in una direzione.

La tolleranza

L’Anziano Oaks suggerisce che la tolleranza e la verità hanno bisogno di un equilibro in modo da poter far si che persone con diversi principi possano co-esistere. Le persone credenti non devono mai sostenere l’immoralità, ma possono scegliere cosa e come possono praticare i loro principi. Egli inizia con tre assoluti verità- verità che sono sempre vere, a prescindere dalla loro popolarità:

  1. Tutte le persone sono figli di Dio e questo ci rende tutti fratelli e sorelle. Molte fedi insegnano l’amore per i figli di Dio, donandoci una base comune a prescindere dai dettagli dottrinali. Il Presidente Gordon B. Hinckley, un precedente presidente Mormone, ha detto che non bisogna solamente tollerare, ma anche rispettare coloro che sono di altre fedi.
  2. Come figli di Dio dobbiamo vivere con persone che hanno delle differenze nei dettagli dottrinali. Gesù avvertì che il numero di persone che seguono Cristo- che lo seguono realmente- sarà sempre piccolo e che i fedeli verranno sempre perseguitati per la loro fedeltà. Abbiamo bisogno di combattere per la libertà di religione in modo da poter portare avanti le pratiche della nostra fede in un mondo che potrebbe anche non rispettarle. Abbiamo, inoltre, bisogno di essere pronti ad onorare il buono che vediamo negli altri e a rispettare le pratiche che potrebbero essere diverse dalle nostre, ma comunque buone.
  3. Questo rispetto non ci porta a sostenere una debolezza, a differenza delle mere differenze di opinione.

“La tolleranza e il rispetto per gli altri e per il loro credo non ci costringono ad abbandonare l’impegno verso i principi in cui crediamo e le alleanze che abbiamo stretto.

Questa è una terza verità assoluta. Siamo come combattenti in guerra tra la verità e l’errore. Non esiste via di mezzo.

Dobbiamo sostenere la verità, anche mentre pratichiamo la tolleranza e il rispetto verso convinzioni e idee diverse dalle nostre e verso coloro che le possiedono.”

L’Anziano Oaks differenzia la tolleranza delle opinioni e la tolleranza delle pratiche. Egli dice che bisogna difendere i diritti degli altri di spiegarsi ed esprimere i propri principi, ma non dobbiamo permettere a ogni cosa che le persone credono di diventare legale.

Questo, naturalmente, è il motivo per cui abbiamo delle leggi con cui la maggior parte delle persone sono d’accordo. Puoi sostenere legalmente molte pratiche senza essere autorizzato a metterle in pratica.

“… per chi crede nella verità assoluta, la tolleranza verso un comportamento è come una moneta a due facce. La tolleranza, o il rispetto, è su una faccia della moneta, ma la verità è sempre sull’altra. Non possiamo avere o usare la moneta della tolleranza senza tenere presenti entrambi i lati.”

Questo è il principio che Gesù Cristo ha utilizzato quando si è occupato della donna accusata di adulterio.

L’Anziano Oaks continua spiegando in che modo noi mettiamo in pratica questi principi. Inizia dicendo che non dobbiamo essere tolleranti nei confronti dei nostri propri peccati.

Noi che sappiamo ciò che è vero e morale dobbiamo mantenere noi stessi nei più elevati standard di comportamento.

Dobbiamo anche mantenere le leggi morali mentre insegniamo ai nostri figli od ad altri che sono sotto la nostra tutela.

Dobbiamo decidere quando intervenire e quando rimanere in silenzio, quando abbiamo a che fare con persone nel nostro proprio mondo personale. Egli suggerisce che la nostra decisione venga presa in base a quanto siamo coinvolti personalmente.

Non dobbiamo, per esempio. permettere alle persone di comportarsi in modo immorale a casa nostra. E non dobbiamo nemmeno permettere agli altri di bestemmiare in nostra presenza, dal momento che questo avrebbe un impatto sui nostri propri pensieri ed al nostro accesso all’ispirazione. Ad ogni modo, dobbiamo reagire a questi problemi in un modo educato e rispettoso.

In un ambiente pubblico queste regole sono leggermente diverse. Qui dobbiamo invece pregare ed utilizzare l’ispirazione per decidere quale situazione necessita del nostro intervento legale.

“Generalmente, dovrebbero evitare di promuovere leggi o atti amministrativi che favoriscano convinzioni specifiche dei credenti, come imporre atti di culto anche in modo implicito.

I credenti possono permettersi di essere meno guardinghi nel perseguire azioni di governo, piuttosto che agevolare la pratica della loro fede, servono principi più largamente condivisi come leggi per la sanità pubblica, la sicurezza e la moralità.”

I credenti devono inoltre combattere per la libertà di religione, dal momento che questa libertà è necessaria per poter portare avanti l’opera di Dio e per assicurare il nostro stesso benessere eterno. Ad ogni modo essi devono difendere la loro causa in un modo amorevole e rispettoso, senza interpellare per nome o attaccare personalmente.

Essi non dovrebbero accettare l’accusa che essi cercano di promulgare la moralità, dal momento che il nostro sistema legale è ampiamente basato sui valori Cristiani ed Ebraici ed è sempre stato così. La proibizione dell’omicidio di trovava nella Bibbia  molto prima che i governi moderni ne facessero una legge. Le nazioni non possono esistere senza un qualche forma di moralità.

L’Anziano Oaks conclude con il consiglio di Gordon B. Hinckley:

“Siamo cortesi con coloro intorno a noi che non sono della nostra religione. Siamo buoni vicini, gentili, generosi e benevoli. Impegniamoci in buone cause comuni. Vi possono essere situazioni nelle quali, essendovi gravi questioni morali di mezzo, non possiamo cedere sui principi.

Tuttavia, in tali circostanze possiamo dissentire educatamente, senza diventare sgradevoli. Possiamo riconoscere la sincerità di coloro le cui posizioni non possiamo accettare. Possiamo parlare dei principi anziché delle persone”.

Risorse aggiuntive

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