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Sin da fanciulli, il mondo ci appare un parco dei balocchi meraviglioso ed incredibile, ove l’avventura è sempre in attesa appena voltato l’angolo e il pensiero è incessantemente impegnato a scovare alcunché di magico e misterioso. I nostri grandi occhi sono vigili nell’esplorazione; le cose sono semplici e l’avventura si prospetta sempre interessante, poiché vi è un senso nelle cose semplici e vi è sempre una soluzione, offrendo la gratitudine di un mondo gioioso. Per l’appunto: gratitudine.

Quando cresciamo, la nostra mente comincia a riconoscere i meccanismi più arzigogolati dell’esistere e mente e cuore non di rado, vengono offuscati da sofferenze e pensieri che sin da quando il mondo esiste, accompagnano il cammino di ogni essere umano, di cui gioie e dolori di diversa natura la ragione umana non trova causa sensata; ove frequentemente, il dolore e la sofferenza fanno vacillare ogni barlume di speranza e la possibilità di essere felici sembra svanire all’orizzonte dentro un mare nero e profondo.

Quando ciò accade, il fanciullo che è in noi, abituato a nutrire speranza in un lieto fine, si addormenta e si perde nella memoria del cuore, esaurendo la fede in un futuro migliore.

A proposito di ciò, Il presidente Dieter F. Uchdorf, ha affermato: “Spesso … la sofferenza è causata da quello che sembra la fine di qualcosa… ( Alcuni) sentono che la fede sta giungendo al limite, quando le voci confuse e contrastanti nel mondo li tentano a mettere in dubbio, o persino ad abbandonare, ciò che una volta sapevano essere vero.. Può succedere a chiunque. Nessuno è immune.”

Quando la vita sembra non sorriderci più e le prove sembrano divenire più grandi di quanto sopportiamo, qual è la soluzione?

Nel libro di Alma, leggiamo: “ Prendi consiglio dal Signore in tutte le tue azioni, ed egli ti dirigerà per il bene; sì…e quando ti alzi al mattino, che il tuo cuore sia pieno di gratitudine verso Dio; e se farai queste cose, sarai elevato all’ultimo giorno.”

La gratitudine verso gli altri

Questi versetti meravigliosi sembrano suggerirne una che conoscevano sin da fanciulli: LA GRATITUDINE. Come può essere? Sembra una contraddizione che una persona che soffre sia grata a Dio! “Possiamo scegliere di essere grati, a prescindere. Questo tipo di gratitudine trascende qualsiasi cosa stia accadendo attorno a noi. Supera la delusione, lo scoraggiamento e la disperazione. Fiorisce con la stessa bellezza tanto nei paesaggi ghiacciati invernali quanto nel piacevole calore estivo.

Quando siamo grati a Dio nelle nostre circostanze possiamo provare una dolce pace nel mezzo della tribolazione. Nella sofferenza, possiamo ancora levare i nostri cuori in lode a Dio. Nel dolore, possiamo gioire dell’Espiazione di Cristo… A volte pensiamo che essere grati sia quello che facciamo dopo che i nostri problemi sono risolti, ma questa è una prospettiva molto ristretta. Quanto ci perdiamo della vita aspettando di vedere l’arcobaleno prima di ringraziare Dio per la pioggia?

Essere grati nei momenti di afflizione non significa che siamo felici delle nostre circostanze. Significa che con gli occhi della fede guardiamo oltre le nostre difficoltà attuali. Non si tratta di una gratitudine espressa a parole, ma di una gratitudine sentita nel profondo dell’anima. È una gratitudine che guarisce il cuore ed espande la mente…

La vera gratitudine è un’espressione di speranza e di testimonianza. Deriva dal riconoscere che non sempre comprendiamo le prove della vita, credendo, però, che un giorno le comprenderemo.”( D.F. Uchdorf, Grati in ogni circostanza, Aprile 2014)

Che ognuno di noi possa trovare pace e serenità nello spirito di gratitudine, poiché esso è una delle più alte espressioni di Fede, la fede dei fanciulli!

Questo articolo è stato scritto da Ether Modugno.

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