L’insegnate evangelico. So che non dovremmo dare gradi di importanza alle chiamate in chiesa… ma in questo caso lo devo proprio fare. Penso che in questa occasione verrò scusato visto che secondo me Paolo stila una classifica nella sua lettera ai Corinzi. È l’ora di smetterla di sottovalutare il ruolo dell’insegnante evangelico.

Avete mai chiesto a qualcuno quale fosse la sua chiamata e notato la differenza nella loro risposta in base all’importanza che viene percepita riguardo alla chiamata? “oh… si… beh… sono solo un insegnante della scuola domenicale… niente di che”.

Strano… quella stessa persona ha invitato, pochi anni prima, un intero gruppo di persone ad assistere alla sua chiamata a vescovo “Congratulazioni fratello…”

Come mai a volte le chiamate amministrative vengono trattate come fossero un riconoscimento pubblico, mentre l’importante incarico di insegnare ai quattordici e quindicenni viene affrontato con indifferenza?

Perché non vi sono pacche sulla schiena per quella nuova chiamata ad insegnare alla classe di preparazione per il tempio? È una cosa culturale che non ha alcuna giustificazione dottrinale. Le scritture mostrano un’immagine completamente differente sull’importanza degli insegnanti.

Lasciate che torni a citare Paolo. “E Dio ha costituito nella Chiesa primieramente degli apostoli; in secondo luogo dei profeti; in terzo luogo gli insegnanti; poi i miracoli…” (1 Corinzi 12 : 28).

Anziano McConkie ha detto di “Prendere nota dell’ordine delle proprietà; nella vera Chiesa gli apostoli vengono per primi; custodiscono le chiavi del Regno, ricevono rivelazioni per la Chiesa e regolano tutti i suoi affari nel mondo in base a come vengono guidati dal potere dello Spirito Santo.

Dopo agli apostoli troviamo i profeti, ogni profeta officia dove si trova e nella propria sfera; dopo gli apostoli e i profeti vengono gli insegnanti. Ci si aspetta che ogni insegnante sia un profeta che conosce da sé la verità e la divinità del lavoro.

Infatti un insegnante è, in un senso molto vero, più grande di un profeta; poiché un insegnante non solo deve testimoniare di Gesù stesso, ma sostenere quella testimonianza insegnando il vangelo”.

Allora come mai quando qualcuno viene chiamato come insegnante evangelico, a un certo punto comincia a impigrirsi? Non molto tempo fa sono stato chiamato a servire come presidente della scuola domenicale del rione.

L’insegnante evangelico

Alcuni dei miei amici ha iniziato a scherzare sul fatto che ero appena diventato il “colui che suona campanelli”, “colui che controlla i corridoi” e “colui che fa rispettare le regole” ufficiale; qualcuno addirittura venne a farmi una battuta dicendo che il presidente della scuola domenicale di rione era quello che loro chiamavano “un uomo inattivo da servire per farlo sentire importante”; noi ci siamo fatti una bella risata e, nel processo, ho buttato io stesso alcune battute a mie spese; nessuno voleva ferire nessuno.

Ma attraverso tutto questo ho capito che uno dei più grandi difetti nella cultura della nostra chiesa è ciò che non viene detto… e a volte la svalutazione verbale degli insegnanti evangelici.

Pur trattandosi solo di battute, ho notato che questa sensazione di poca importanza si manifesta attraverso il livello di consistenza che si mostra tra alcuni degli insegnanti nelle proprie chiamate nel rione.

È diventato piuttosto normale per gli insegnanti chiamare alle dieci di sabato sera per abbandonare la propria classe il mattino dopo; a volte gli insegnanti semplicemente non si presentano senza dare alcun preavviso; pensano non sia un gran problema e che “fratello Tizio e Caio potrebbe semplicemente mettere un video per i bambini”.

Nel frattempo i bambini si abituano a un gruppo di adulti che “mettono insieme qualcosa” all’ultimo minuto per “tenerli occupati”. Ma questi ragazzini non sono mica stupidi! Sanno quando li si sta calmando o se gli si sta dando una balia. La loro percezione dell’importanza della loro classe era basata sulla consistenza e sulla preparazione dei loro insegnanti.

Alcuni anni fa stavo partecipando ad un addestramento CES nel quale un giovane presidente di palo, che era anche un direttore di istituto, si eresse a dare alcune osservazioni riguardanti la chiamata ad insegnare; disse che: “è difficile, per me, chiamare nuovi vescovi, ma perdo il sonno a causa della responsabilità di chiamare nuovi insegnanti del seminario; siete importanti”. Ho amato sentire quelle parole…

Non c’è alcun dubbio sul fatto che le posizioni amministrative come quella del Presidente del Quorum degli Anziani, la Società di Soccorso o il Vescovo siano importanti così come indicato da questo presidente di palo, ma pensateci, quanto spesso la popolazione generale del rione può davvero interagire con questi dirigenti?

Molte di queste chiamate si concentrano sul benessere temporale dei membri del rione, ma gli insegnanti del rione sono letteralmente responsabili del nutrimento spirituale di ogni uomo, donna e bambino in quel rione.

Se gli insegnanti si lasciano andare, o vedono la propria chiamata come secondaria, che cosa ne viene? Senza insegnanti dedicati ed effettivi, il corpo della chiesa, in generale, si ridurrebbe e sgretolerebbe a causa di una perdita di entusiasmo spirituale e comprensione dottrinale. Se le testimonianze dei membri della chiesa non restano forti non avremo affatto bisogno di chiamate amministrative.

Pensiamo agli insegnanti del seminario che sono con i giovani ogni singola mattina della loro vita scolastica; c’è per caso alcuna influenza maggiore per i giovani di questa chiesa, al di fuori dei loro regolari insegnanti settimanali e domenicali?

Per quanto speriamo che i genitori possano avere 45 minuti al giorno veramente dedicati all’istruzione evangelica, pensiamo davvero che ciò sia la realtà? No, probabilmente no. Sarebbe bello, ma quasi certamente non è così.

Gli insegnanti di questa chiesa hanno un dovere, una responsabilità ed un’opportunità che è imparagonabile all’interno di questa chiesa. A volte questo fatto viene perso di vista nella baraonda culturale di altre chiamate e dell’importanza che viene loro associata.

L’insegnante evangelico deve fare il proprio gioco e il resto della chiesa deve guardargli le spalle e dargli il supporto di cui necessita. E questo è particolarmente vero per gli insegnanti dei giovani.

C’è stato un tempo in cui era “forte” essere un mastro insegnante; come chiesa noi dovremmo fare tutto ciò che è in nostro potere per renderlo di nuovo tale.