Diverse religioni in tutto il mondo stanno facendo cose meravigliose per rendere il mondo un posto migliore. In questo articolo, parleremo di come la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni stia contribuendo tramite il suo incredibilmente vasto programma di benessere.

Vediamo cosa fa nello specifico.

Tra il 1983 e il 1985 circa, l’Etiopia fu colpita dalla peggiore carestia mai vista nell’arco di un secolo. Secondo alcune fonti, il bilancio delle vittime fu di circa 400mila persone.

Il New York Times lo ha fissato ad un milione. Se (come me) non esistevate ancora durante quel periodo, avrete familiarità con la famosissima canzone “We Are the World”.

Spencer W. Kimball era il presidente della Chiesa nel 1985. Lui indisse 2 digiuni speciali tra i membri della Chiesa in tutto il mondo.

Chiese di non mangiare o bere nulla per 24 ore e di donare i soldi che avrebbero speso per quel cibo alla Chiesa al fine di aiutare l’Etiopia. Furono raccolti oltre 11 milioni di dollari.

Quello fu l’evento che fece da catalizzatore per la fondazione ufficiale del programma di benessere umanitario della Chiesa, oggi nota come “Latter-day Saint Charities”.

La funzione di LDS Charities

Finanziata dalle donazioni di membri e non membri, l’obiettivo di questa fondazione è semplicemente quella di seguire l’esortazione di Cristo a nutrire gli affamati, vestire gli ignudi, accogliere gli stranieri e aiutare i malati e gli afflitti indipendentemente da razza, dalla nazionalità, dalla religione  ecc.

Il 100% delle donazioni – ogni centesimo – viene impiegato nelle cause umanitarie. La maggior parte di coloro che hanno beneficiato di questi aiuti non sono membri della nostra fede.

Non svolgiamo attività di proselitismo verso di loro, nè cerchiamo di convertirli.

Non è di questo che si tratta.

Sotto la supervisione di Latter-Day Saint Charities, sono in corso diverse iniziative in tutto il mondo.

Molti progetti sono relativi alla risposta alle emergenze umanitarie, alla sicurezza alimentare, alla salute della vista, all’assistenza materna e neonatale, all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari, le immunizzazioni, la fornitura di sedie a rotelle, il reinserimento dei rifugiati e vari progetti di comunità localizzate in tutto il mondo che affrontano situazioni legate alla mancanza di fissa dimora e all’immigrazione.

Il rapporti annuali di Latter-Day Saints Charities dal 1985 al 2018, dimostrano che sono stati donati oltre 2,2 miliardi di dollari in assistenza in tutto il mondo.

Solo nel 2018, come Chiesa siamo stati in oltre 141 paesi e abbiamo lavorato a quasi 3.000 progetti con quasi 2.000 soci.

Collaboriamo con altre associazioni su diversi progetti, tra cui Croce Rossa americana, Catholic Relief Services, Muslim Aid, UNICEF USA e innumerevoli altri.

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La funzione del programma di benessere locale

aiuto umanitarioOltre il Latter-Day Saints Charities è in funzione il programma di benessere della Chiesa che, invece, è finanziato localmente dalle offerte di digiuno dei Santi degli Ultimi Giorni.

Quindi, si potrebbe dire che LDS Charities si occupa di problemi e disastri di più grave entità, mentre il programma di benessere di solito si rivolge ai membri della nostra fede (e talvolta ai non membri) a livello più individuale.

Per combattere la fame, la Chiesa ha acquistato centinaia di migliaia di ettari di terreno agricolo; ci sono frutteti, granai, impianti di lavorazione e confezionamento e praticamente qualsiasi altra cosa a cui possiate pensare.

Ciò che viene coltivato, di solito, finisce in quello che chiamiamo “il magazzino del vescovo”.

Questi magazzini sono in tutto il mondo. Possono servire come centri di distribuzione quando si verifica un disastro o ogni volta che le persone hanno bisogno di cibo.

Attraverso il programma di benessere, le persone e le famiglie possono parlare con il vescovo locale che gli farà ritirare dal magazzino ciò di cui hanno bisogno. È proprio come un piccolo negozio di alimentari, ma è tutto gratis.

Un obiettivo più ambizioso: l’autosufficienza

Tuttavia, la Chiesa non si limita a fornire un sostegno economico alle persone. Infatti, pone un’enfasi enorme sull’autosufficienza.

A chi non può permettersi di mettere del cibo in tavola, fornirà da mangiare, ma vuole anche aiutare gli individui a trovare lavoro e ad avviare la propria attività, insegnando a gestire le proprie finanze.

Un obiettivo più ambizioso: l’autosufficienzaIn questo momento la Chiesa gestisce circa 260 centri di risorse per l’impiego in tutto il mondo che aiutano a fornire formazione, esperienza, una rete di contatti e aiuto alle persone in cerca di lavoro.

Inoltre, la Chiesa offre anche corsi gratuiti sull’autosufficienza.

Il programma della Chiesa per l’autosufficienza è così efficiente che di recente è stato in grado di aiutare la NAACP (“Associazione nazionale per la promozione delle persone di colore”) a riscrivere i manuali affinché questi potessero usarli quando lavorano con gli afroamericani in condizioni svantaggiate.

Dagli enti di beneficenza al programma di benessere, al lavoro e all’autosufficienza, la Chiesa sta facendo del bene nel mondo, e la maggior parte delle volte non ne sentirete mai parlare.

Possiamo rimanere sbalorditi da quanto bene faccia la Chiesa in tutto il mondo – progetti enormi di cui spesso non abbiamo idea.

So che la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è una formidabile forza per fare  il bene in questo mondo, e tutto si ricollega all’esempio e agli insegnamenti di Gesù Cristo.

Nello specifico, le Sue parole riportate in Matteo 25:40: “In quanto l’avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”.