Mormoni in Corea. L’oscurità si stava addensando nell’ultima notte del mio primo mese in Yongin, nella Corea del Sud. E stato un mese… interessante.

Ero ancora un piccolo verdino, senza dubbio, Yongin era solo la mia seconda città. Ho avuto tre colleghi diversi nei miei primi tre mesi in questo paese, ed il giorno successivo avrei ricevuto il mio quarto.

Missione in Corea del Sud

Un mese prima, quando ho scoperto che stavo per essere trasferito a Yongin, ho avuto motivo di esultare nello scoprire che avrei servito con il mio primo collega coreano, Anziano Kuon, e ciò avrebbe significato una full immersion di coreano. Sono pronto, andiamo!

Yongin era la cosa più “rurale” che potessimo avere nella nostra missione, che era così urbanizzata. Il nostro piccolo ramo si riuniva settimanalmente per la riunione sacramentale nella seconda camera da letto del nostro bilocale da missionari, che lasciavamo libera apposta.

L’altra stanza, che era camera nostra, diventava una stanza improvvisata per la primaria ogni domenica, per ospitare i sei bellissimi bambini del presidente di ramo e la loro madre, la presidentessa della primaria.

A quanto pare, Anziano Kuon e io siamo andati molto d’accordo.

Lui aveva cinque anni in più di me, dato che aveva completato il suo servizio di leva obbligatorio prima di esser partito in missione, ed io ero lieto di avere un collega più vecchio e più maturo, da cui avrei potuto (o almeno speravo di) raccogliere grandi lezioni sul popolo coreano, sulla loro lingua e cultura.

Ciò che non mi aspettavo però, era il cambiamento dell’atteggiamento delle persone, e di come rispondevano quando bussavamo alle loro porte.

Durante i miei primi due mesi, quando ho servito con colleghi americani, abbiamo ricevuto un sacco di rifiuti, ma le persone generalmente sembravano divertite, o un po’ meravigliate, quando aprivano la loro porta e trovavano due americani davanti a loro, che parlavano la loro imitazione migliore di coreano.

Non era raro che una persona stupita ci sbattesse comunque la porta in faccia, e infatti un sacco di persone ci voltarono le spalle; ma anche quando ci rifiutavano, spesso vedevo un sorriso amichevole dire “grazie perché cercate di imparare la nostra lingua.”

Un missionario coreano

Con Anziano Kuon al mio fianco, invece, lo scorso mese è stato molto diverso. Non c’erano molti investigatori quando sono arrivato a Yongin, e dato che avevamo un ramo così piccolo, abbiamo passato un sacco di tempo a cercare di contattare le persone per strada e a bussare le porte.

Mi è sembrato che non appena le persone aprivano la porta e vedevano un missionario coreano davanti a loro, la porta si sbatteva più velocemente e più forte di prima.

Spesso non riuscivo a capire esattamente ciò che le persone dicevano quando parlavano a Anziano Kuon, ma per quel che capivo sembrava che gli veniva detto di continuo, in molti modi diversi, che un coreano come lui dovrebbe sapere bene che non dovrebbe disturbare le persone a casa.

E c’era un altro problema: sembrava che io fossi diventato improvvisamente invisibile a chiunque venisse alla porta, perché tutti guardavano il mio collega coreano dietro di me.

Non penso sia un’esagerazione dire che non siamo stati invitati dentro nessun appartamento durante il primo mese del nostro lavoro di porta a porta.

Ed eccoci qui, era domenica notte alle sette di sera, ed Anziano Kuon ed io ci trovavamo sul marciapiede vicino all’incrocio centrale di Yongin.

Dato che non avevamo appuntamenti, dovevamo prendere una decisione sul da farsi. Normalmente non dovremmo tornare a casa prima delle nove di sera, ma il giorno dopo era il giorno dei trasferimenti ed entrambi avremmo ricevuto un nuovo collega, perciò il tornare a casa prima quel giorno non sembrava irragionevole.

Non ricordo chi lo disse, ma uno di noi suggerì di nasconderci nell’ombra ed offrire una preghiera per chiedere al Signore che cosa voleva che noi facessimo.

Ho offerto poi una preghiera, in quel poco di coreano che sapevo,  per chiedere al Signore di dirigerci su come passare le ultime due ore della nostra serata.

Dopo aver detto “amen”, ho tenuto i miei occhi chiusi per un momento prima di aprirli, e la prima cosa che ho visto è stata una luce in cima ad un condominio (molti condomini in corea sono così alti che hanno delle luci di avvertimento in cima per gli aerei).

Ho visto una luce

Quando ho visto la luce, ho sentito una forte impressione che mi diceva di camminare verso quel distante condominio e iniziare a bussare. Ero un po’ esitante nel chiedere di camminare così lontano a quest’ora di questa notte, però ho parlato per prima e ho chiesto a Anziano Kuon che cosa sentiva che avremmo dovuto fare.

faro

Come saggio collega maggiore, egli rispose “cosa pensi che dovremmo fare?”

“Sento che dovremmo andare a bussare a quel condomino” risposi, puntando a quell’edificio distante.

“Mi sento bene a riguardo” affermò Anziano Kuon, perciò ci siamo avviati. Non appena arrivammo li, sapevo esattamente a quale edificio saremmo dovuti andare, tra la dozzina di edifici presenti. Siamo saltati sull’ascensore e siamo saliti fino in cima.

Come da tradizione, abbiamo fatto una preghiera insieme una volta in cima, per poi bussare alle due porte del piano, e scendere le scale per ripetere il processo.

Questo condominio in particolare aveva venti piani. Dopo essere stati rifiutati ad ogni porta per dieci piani di fila, ho cominciato a sentirmi male riguardo al mio suggerimento di camminare fino a lì.

Ma poi qualcosa mi sorprese al settimo piano. Anziano Kuon bussò alla porta di un appartamento, ed un uomo gentile ed apparentemente amichevole aprì la porta.

Anziano Kuon cominciò con la solita presentazione:

“Salve, siamo missionari della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, e siamo qui per condividere un messaggio con voi…”

La cosa strana è stata che, per la prima volta in un mese, non ero invisibile alla persona alla porta di fronte a noi; invece, mi guardò per bene molte volte, e poi guardò Anziano Kuon. Per fortuna sapevo abbastanza coreano per capire che l’uomo chiese: “Siete voi i mormoni?”

“Si, siamo noi” rispose Anziano Kuon.

Mi preparai ad un’altra porta sbattuta, ma invece, l’uomo disse gentilmente “per favore, entrate.”

Non ho capito molto durante la conversazione iniziale nel soggiorno di quest’uomo, quella sera. Ho visto la moglie che sporgeva timidamente da un’altra stanza, che sbirciava occasionalmente dietro l’angolo per vedere che cosa stava facendo.

Qualcosa mi disse che lei stava ascoltando attentamente, anche se non voleva che noi lo sapessimo; ma soprattutto in quella casa ho sentito un calore ed una bontà che non avevo mai sentito prima di quel mese.

Ad un certo punto, abbiamo iniziato la prima discussione, e io ho ripetuto diligentemente i principi memorizzati e ho portato una semplice testimonianza delle verità che stavamo condividendo.

L’uomo sorrideva e annuiva pazientemente ogni volta che parlavo; abbiamo poi avuto una preghiera alla fine della lezione, e si vedeva che ci aveva invitato a tornare.

Dopo aver lasciato l’appartamento per prendere un taxi verso casa, Anziano Kuon mi spiegò cosa è successo.

Quando ci siamo seduti dentro l’appartamento, l’uomo che poi imparai a conoscere come fratello Song, ci ha spiegato che aveva una sorella maggiore che viveva in Pennsylvania, e che la scorsa notte, sua sorella aveva chiamato dalla Pennsylvania per chiedere a sua fratello una cosa strana.

Mormoni in Corea

cristo-mormone“Hai mai sentito parlare dei mormoni in Corea?” chiese. Lui gli disse che non aveva mai sentito quella parola prima, e lei cominciò a spiegargli che la settimana scorsa, lei era stata invitata da un caro amico a partecipare ad una riunione della chiesa che casualmente era presieduta da un’autorità generale coreana, Anziano In Sang Han, dei settanta. (poco dopo abbiamo scoperto che era una conferenza di palo).

La sorella aveva sentito uno spirito così bello che si è sentita di chiamare il fratello minore in corea una settimana dopo per dirgli tutto a riguardo. Alla fine della chiamata, lei disse, “dovresti cercare di più riguardo ai mormoni in Corea”.

Meno di ventiquattro ore dopo la fine della telefonata, noi siamo comparsi di fronte alla sua porta.

Il resto, come si dice, è storia. Il mio nuovo collega, Anziano Marker ed io, abbiamo avuto la grande benedizione di insegnare a fratello Song, e alla sua meravigliosa moglie, sorella Cho, il resto delle lezioni missionarie.

In un paio di mesi, entrambi furono battezzati, e la sorella maggiore di fratello Song è persino venuta in aereo dalla Pennsylvania per partecipare al battesimo.

Dodici mesi dopo, ho ricevuto il permesso per essere presente al tempio di Seoul, Corea, quando questa meravigliosa coppia ha ricevuto la sua investitura.

Rifletto spesso sull’evento miracoloso che guidò Anziano Kuon ed io a trovare questa meravigliosa coppia in quel momento, in quella notte buia a Yongin.

Quando penso riguardo alle persone e agli eventi che li hanno preparati a ricevere il nostro messaggio, mi stupisco di come il Signore ha orchestrato il tutto. Non dimenticherò mai la risposta alla nostra preghiera quella notte.

“E io sarò pure la vostra luce nel deserto; e io preparerò il cammino davanti a voi, se accadrà che obbedirete ai miei comandamenti; pertanto… saprete che è da me che siete condotti.” (1 Nefi 17:13)