Dobbiamo instillare nei giovani il desiderio di tornare in chiesa, perché oggi la religione non va più di moda. E non solo non va più di moda, ma ci sta reprimendo come civiltà, secondo quanto pensano molti giovani.

Questo è ciò che imparano a scuola, dai media, da internet e dalle conversazioni con gli amici.

Gli viene detto che credere in queste vecchie favole e cercare di vivere seguendone i precetti, significhi sprecare la propria vita e non vivere a pieno. Secondo le statistiche, i giovani non pensano molto alla religione.

La parola “religione” ha un’origine interessante. Deriva da una parola latina che significa “ri-legare” o “ricollegare”. Una religione ha lo scopo di legare di nuovo o ricollegare le persone a Dio, o ad un “creatore intelligente”.

Non è poi così male, vero? Beh, può esserlo se non si sa esattamente chi o cosa adorare, e come adorarlo.

Viviamo nella confusione

A mio avviso, una delle più grandi sfide che i giovani dovranno affrontare, è la confusione nella quale verte il mondo. Le ultime generazioni vivono in uno stato di confusione senza precedenti.

Ci sono troppe voci in competizione tra loro in quest’era dell’informazione. La fascia più adulta dei giovani hanno letteralmente visto Internet e i social media diventare una realtà.

Siamo diventati più informati e allo stesso tempo più confusi. Più ansiosi. Più tristi. Più invidiosi.

Non dimenticherò mai quel rumore così inquietante, stridulo e assordante che il nostro computer emetteva quando navigavamo su internet per pochi minuti al giorno.

Non c’erano troppi siti Web o troppe “voci” in rete a quel tempo. Allora, studiare le Scritture, inginocchiarsi a pregare e cercare la guida di genitori e di dirigenti saggi, erano pratiche comuni.

Ma poi qualcosa è cambiato. Il mondo ha cominciato a fare affidamento su un altro dio per trovare risposta alle domande più profonde. L’espressione di questo nuovo dio ha preso la forma di una “rete” gigante. Il World Wide Web.

Internet ha portato molte cose buone, ma dall’altro lato, e forse questo è l’aspetto peggiore, ha reso schiave le anime di molti uomini e donne, rimaste intrappolate in questa rete. Intrappolate e bloccate… paralizzate e disorientate.

Siamo lentamente diventati come quegli eruditi greci “in costante apprendimento, ma mai capaci di giungere alla conoscenza della verità”. Siamo diventati come quegli Ateniesi descritti da Paolo che “non passavano il loro tempo in altro modo che a dire o ad ascoltare novità”.

Le giovani menti, che in passato si limitavano a cercare delle risposte, sono oggi i consumatori primari delle migliaia di voci sempre più impellenti e in competizione tra loro presenti sul web.

Navigano da un sito all’altro, da una pagina all’altra, alla ricerca di cose sempre nuove da ascoltare e da raccontare.

I giovani hanno un cuore pronto ad accogliere la religione

Nel frattempo, le voci più salde e più sagge sono state relegate in secondo piano, e il concetto di religione – o legame e connessione con una figura storica invisibile del passato – è diventato sempre meno credibile.

Ciò è molto triste. Perché i giovani hanno a cuore le cause importanti. Hanno un cuore desideroso di servire. Hanno un cuore sensibile alla religione, un cuore disposto a riconciliarsi con Dio e disposto ad amare gli altri.

Soltanto che il mondo e le sue voci contrastanti gli hanno fatto credere di essere troppo intelligenti, troppo illuminati e troppo istruiti per questo genere di assurdità.

I giovani sono propensi alla religione. I loro cuori sono stati creati affinché potessero essere allineati con la causa di Cristo, più di ogni altra generazione che abbia mai studiato.

Purtroppo, questi cuori non vengono riposti nelle cose giuste, sono rivolti verso scopi temporali, e non eterni.

Moltissimi giovani prestano servizio presso i rifugi per i senzatetto, fanno volontariato e benedicono la vita di molte persone tramite il loro servizio, ma allo stesso tempo credono che i benefici del lavoro che svolgono siano limitati a questa vita temporale, perché credono che la morte sia la fine di tutto.

Stanno camminando sulle orme di Cristo, ma senza avere uno scopo eterno.

Dobbiamo fare in modo che essi vogliano tornare in chiesa

Credo che molti dei tumulti interiori che molti giovani stanno attraversando in questo momento, svanirebbero se solo si volgessero a Cristo, gli dessero una possibilità, e si unissero alla causa cui Egli diede inizio più di duemila anni fa, trovando in questo modo uno scopo divino che si estende oltre questa vita terrena.

Il mondo ha bisogno dei giovani per far sì che andare in chiesa torni di moda, che essi vogliano tornare in chiesa. Il mondo ha bisogno dei giovani affinché riconnettersi con Dio torni di moda.

Come mondo, e come generazione, qualunque cosa facciamo per tentare di essere felici non sembra funzionare. Quindi, perché non cercare di nuovo un legame con Cristo? Non c’è letteralmente nulla da perdere.

Questo articolo è scritto da Greg Trimble e pubblicato sul sito deseretnews.com. questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.